Non oso far cenno alla distrazione di un Molise impegnato a promuovere troppe sagre dell’aria fritta per accorgersi dell’infiltrazione della Ndrangheta sul proprio territorio, ma segnalo con preoccupazione che se non si fossero mobilitati i comuni sanniti in provincia di Benevento, le nostre comunità sarebbero rimaste all’oscuro sulle richieste di autorizzazioni presentate dalle società petrolifere al Ministero dello Sviluppo Economico per trivellare in 79 comuni molisani. Non è mia intenzione demonizzare una normale prassi amministrativa che le imprese di quel settore sono obbligate a seguire, così come non troverei anomalo se tra i 1000 consiglieri comunali, provinciali, regionali o tra i 79 Sindaci interessati, ci fossero alcuni amministratori già a conoscenza sull’attivazione di tale procedura in sede ministeriale, ed avessero deciso di mantenere il riserbo per ragioni che ignoro ma che potrebbero essere motivate.
Rispetto le posizioni diverse dalle mie, ma mi sono permesso di ringraziare il Presidente della Comunità Montana del Titerno – Valle del Tammaro per aver voluto coinvolgere anche il Molise nella manifestazione pubblica promossa per la mattina dell’8 settembre a Santa Croce del Sannio alla presenza dell’autorevole Vice-Presidente Emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena che potrà renderci edotti sui margini di azione amministrativa, giuridica ed istituzionale, per tentare di fermare l’iter delle concessioni da parte del Ministero dello Sviluppo. Quale componente della Commissione Ambiente della Regione Molise seguirò l’incontro e mi batterò insieme ai comuni campani, pugliesi e molisani, per fare chiarezza su una vicenda che merita di essere conosciuta, bene e in anticipo, dalle popolazioni locali, onde evitare che ci si trovi in futuro nell’impossibilità di fermare le trivellazioni sui propri terreni perché i termini di opposizione sono già scaduti, o più banalmente perché la procedura di autorizzazione si è già conclusa senza alcuna opposizione depositata nelle sedi preposte entro i termini di legge. C’è un piano normativo che merita di essere conosciuto e rispettato, ma c’è anche un piano politico che chiama in causa la rappresentanza dei diritti delle comunità coinvolte. I cittadini hanno il diritto ad essere informati preventivamente o no ? Al di là dei cavilli interpretativi di codicilli scritti da tecnocrati lontani dai territori e dalle loro esigenze, si pone una elementare questione di democrazia, di informazione, chiarezza sulle procedure in itinere e di coinvolgimento delle popolazioni locali. Un coltivatore diretto, un artigiano, un ristoratore, un pastore, un commerciante o un qualsiasi cittadino che risiede in uno dei 79 comuni del Molise su cui è stata avanzata richiesta di trivellazione ha gli stessi diritti delle società petrolifere che hanno avviato le richieste di autorizzazione al Ministero. E per far valere le ragioni delle nostre comunità è opportuno adoperarsi sul piano politico-istituzionale, mobilitarsi insieme alle forze sociali, ed impegnarsi amministrativamente a tutela del proprio territorio.
Michele Petraroia