Il prossimo 10 novembre la Su & Giù taglierà l’importante traguardo: il tema di questa edizione sarà ‘Sport libera tutti’Per la prima volta nella storia viene effettuata una telefonata da un cellulare portatile, mentre Eddy Merckx vince la cinquantaseiesima edizione del Giro d’Italia davanti a Felice Gimondi. Johan Cruijff alza il pallone d’oro ed è l’anno che da i natali a Vieri, Cannavaro e Zanetti. Al contrario lasciano la scena terrena due grandi Pablo, Picasso e Neruda. E’ il 1973 e due fratelli campobassani hanno un’idea ardita. Quella di aggregare il popolo cittadino e nel contempo di tornare a dar lustro alla città vecchia. Come trasformare un’utopica visione in qualcosa di concreto? Semplicemente attraverso lo sport e la sua regina. L’atletica.
Nasce così la Su & Giù, manifestazione che da quarant’anni, in una domenica di inizio novembre, tiene viva la città di Campobasso. Un capoluogo di regione per troppi versi avviato verso un inesorabile declino. Morale e intellettuale. La Su & Giù tiene viva la flebile fiammella della speranza. Testimonianza che qualcosa di diverso è possibile. E’ possibile riappropriarsi dei propri spazi cittadini. E’ possibile unire un popolo diviso dai tempi dei Crociati e dei Trinitari. E’ possibile valorizzare un borgo che non ha nulla da invidiare ai più celebrati ed osannati centri storici d’Italia. Quanta cultura e quanta storia abitano le mura un tempo delimitate dalle sei porte? Possibile che solo la Su & Giù riesca nell’intento di restituire dignità a quei luoghi? Per fortuna che c’è. Perché a prescindere da tutto, Campobasso non sarebbe tale senza il suo evento più atteso e significativo. La città giardino e la città della Su & Giù: così per anni è stato riconosciuto il capoluogo di regione. Se il primo enunciato non è più vero, per il secondo sarà così ancora a lungo. Fino a quando la Virtus avrà la forza e la voglia di seguire le orme tracciate dai fratelli Palladino, partiti da quell’utopica visione. Un sogno lungo quarant’anni, cresciuto nel corso delle stagioni e fatto proprio dalla maggior parte dei campobassani. Perché non c’è un bambino che non aspetti con trepidazione quella domenica di novembre. E non c’è un adulto, passato da quella trepidazione, che non annoti sul calendario quella data.
Quaranta candeline, il prossimo 10 novembre, sono tante e poche sono le manifestazioni di questo genere che tagliano un simile traguardo. Se alle fondamenta non c’è passione, non c’è amore, non ci sono sogni o utopiche visioni non si arriva a queste mete. Obiettivi che solo lo sport può raggiungere. E il tema di questa quarantesima edizione non poteva essere differente: sport libera tutti. Perché lo sport libera dagli affanni quotidiani. Dall’angoscia di un vivere di stenti. Lo sport ha evitato guerre (Gino Bartali, Tour del ‘48) ed é sfuggito ai pregiudizi (Jesse Owens, Berlino ’36). Lo sport aiuta e lo sport insegna. Anche a vivere. Perché nella vita, come nello sport “mai nel cuore degli uomini vi siano sentieri di resa”.
Buon compleanno Su & Giù. Lunga vita a te e alle utopiche visioni.
Mimmo di Iorio