Francesca Capaldo, capo della sezione dello Sco dedicata alla violenza di genere, ha lavorato notte e giorno per catturare il branco responsabile delle violenze a Rimini
di Fiorenza Sarzanini www.corriere.it
La sua mano tira la maglietta di Guerlin Butungu, il congolese ritenuto il capo degli stupratori, e lo trascina in Questura poco dopo l’arresto. La foto che ha fatto il giro di tv e siti internet fissa il momento liberatorio dopo una settimana di massima tensione. Perché Francesca Capaldo, capo della sezione dello Sco (il Servizio centrale operativo) che si occupa della violenza di genere, è la poliziotta che da lunedì 28 agosto si è trasferita a Rimini e ha lavorato giorno e notte per catturare il “branco”.
Avete mai pensato di non farcela?
«Mai, nemmeno per un minuto. È stato un lavoro di squadra formidabile e in una settimana siamo riusciti a braccarli tutti».
Lei ha lavorato in tandem con la collega della Mobile Roberta Rizzo. Quanto ha contato la vostra presenza per far sentire le vittime al sicuro?
«Certamente questo ha aiutato, soprattutto nella volontà di collaborazione della transessuale peruviana che ci ha fornito elementi precisi e ci ha messo sulla pista giusta. Ha capito che poteva fidarsi e ha parlato con noi senza imbarazzi. Grazie alle sue parole siamo riuscite a ricostruire ogni dettaglio, è stato come vedere con i suoi occhi che cosa era accaduto quella notte. Ed è stato davvero impressionante». continua www.corriere.it