9 FILM, 6 INCONTRI, 2 CONCERTI.
Un agosto caldo a Palazzo GIL. La Fondazione Molise Cultura continua la sua programmazione estiva senza respiro con l’evento Noir attesissimo dagli appassionati.
KMD 2021 apre eccezionalmente con una commedia, il Film “LA RAPINA DEL SECOLO”. Un sorriso in una notte d’estate non è il miglior viatico per aprire una nuova edizione? E poi l’incontro con la drammaturga e scrittrice Raffaella Battaglini che dialogherà con Carlo Modesti Pauer sulla sua ultima opera “Mentre passiamo bruciando”. Un autobiografia della generazione degli anni ’70, tra lotta e nostalgia.
Per immergerci poi nel noir iperrealistico del film danese “SHORTA”.
Questo il programma dei primi due giorni di KMD.
Eccolo nel dettaglio:
lunedì 30/8 ore 20.30|PRESENTAZIONE PROGRAMMA
ore 21.00 FILM|LA RAPINA DEL SECOLO
di Ariel Winograd
(El robo del siglo – Argentina 2020)
Con Guillermo Francella, Diego Peretti, Luis Luque, Pablo Rago
Il 13 gennaio 2006 sei rapinatori fanno irruzione nella filiale del Banco Río di Acassuso, zona benestante a 21 chilometri da Buenos Aires, e prendono in ostaggio 23 persone. Trecento poliziotti e quattro cecchini appostati sui tetti circondano l’agenzia davanti alle telecamere che diffondono in tempo reale la notizia in tutto il paese. A partire da questo autentico, clamoroso caso di cronaca, La rapina del secolo costruisce una variazione latina sui materiali del grande heist movie americano guardando da una parte a classici del genere come Quel pomeriggio di un giorno da cani di Sidney Lumet, dall’altra alla collaudata formula della commedia criminale in cui un gruppo di improbabili rapinatori anarcoidi attacca il cuore del Capitale e mette sotto scacco il potere poliziesco con le sole armi dell’audacia e della creatività. Qui non ci sono bagni di sangue tarantiniani e neppure mirabolanti invenzioni tecnologiche all’opera ma solo una galleria di personaggi cool con un pizzico di allegra amoralità, un ritmo irresistibile, un piano perfetto. In altre parole: qui c’è un film divertente.
Presenta Leopoldo Santovincenzo
martedì 31/8 ore 20.30 |INCONTRO CON RAFFAELLA BATTAGLINI
TRA LE PAGINE SCURE presenta “MENTRE PASSIAMO BRUCIANDO”
La politica e il vento del cambiamento, l’emancipazione femminile e la libertà, la scelta tragica delle armi e i sogni che si infrangono, ma anche la storia di un omicidio e gli umori di un’Italia ormai sparita, di 50 anni fa: è un romanzo che ha tante anime quello di Raffaella Battaglini, dal titolo “Mentre passiamo bruciando”.
Strutturato come un racconto a più voci, il libro, ambientato in una città di provincia del nord (identificabile con Padova), delinea il periodo della contestazione giovanile prendendo come pretesto l’omicidio di una donna per offrire un affresco – politico, sociale ed emotivo – degli anni ’70. Volevo scrivere l’autobiografia di una generazione, la mia”, dice Raffaella Battaglini intervistata dall’ANSA, “eravamo giovani e abbiamo cercato di cambiare il mondo, magari in modo goffo, ma ci abbiamo provato. Qui ho voluto esprimere la nostalgia di un tempo eccezionale, avevamo un orizzonte collettivo che riscattava il nostro privato: eravamo convinti di fare la rivoluzione, ma non eravamo sufficientemente forti”. L’autrice sottolinea anche la volontà di offrire un altro punto di vista sugli anni ’70: “ho cercato di cancellare la lugubre etichetta ‘anni di piombo’ inflitta a quel periodo come uno stigma: noi abbiamo vissuto un’altra cosa; poi è vero, c’è stata la deriva delle armi, ma volevamo liberarci da una sensazione, angusta, provinciale, in cui la sessualità era repressa, la socialità era incasellata, l’istruzione era gerarchizzata”, racconta, “io ero militante in un collettivo femminista in cui sono entrata nel 76-77. Ero dentro questo grande e variegato fermento di liberazione: poi una parte ha appoggiato la deriva militare che ha portato al disastro. Sono stati fatti errori molto gravi, i morti ci sono stati da entrambe le parti”. Tra gli aspetti più interessanti del romanzo è il racconto del maschilismo imperante tra i militanti: un argomento forse poco noto, che l’autrice ha evidenziato con forza. “All’epoca il maschilismo era argomento di dibattito, ma noi donne lo subivamo, era difficile far diventare le nostre relazioni libere come avremmo voluto”, afferma, “Non ne parla nessuno, ma negli anni ’70 la liberazione sessuale nascondeva una evidente predatorietà maschile. C’erano retaggi molto forti e ci sono ancora oggi: la verità è che il nostro politico era più avanti del nostro privato”. (ANSA).
ore 21.00 FILM| SHORTA di Frederik Louis Hviid e Anders Ølholmdi
(id. – Danimarca 2020)
Con Jacob Lohmann, Simon Sears, Tarek Zayat, Issa Khattab
Riservato a un pubblico adulto
Nel corso di un arresto la polizia uccide, soffocandolo, il diciannovenne Talib Ben Hassi. Le comunità arabe insorgono, si verificano i primi disordini, la città si trasforma in una polveriera. Per non aggravare la tensione in atto, i vertici della polizia ordinano ai loro uomini di tenersi lontani dalle zone a rischio. E invece, seguendo una macchina sospetta, i due poliziotti Jens Mike si avventurano proprio nel quartiere di Svalegården da dove proveniva il ragazzo morto: qui ”non siamo Danimarca” dice un personaggio del film. La notte sta scendendo, la pressione è al massimo e trovare una via d’uscita non sarà facile. Allucinante fotografia di uno scenario di guerriglia urbana, il film di Hviid e Ølholmdi rinuncia a ogni retorica declamatoria e sceglie l’azione.
Come in un film di John Carpenter o di Walter Hill ma introducendo la complessità di uno scenario sociopolitico reale, Shorta (è la parola araba per sbirri) racconta con sguardo iperrealistico un inferno molto concreto che si apre appena oltre la soglia di casa. Un inferno in cui convivono i buoni, i cattivi e soprattutto le persone comuni.
“Abbiamo preso ispirazione da un incidente accaduto in Danimarca che ha visto coinvolto un giovane attivista di sinistra abusato da tre poliziotti la vigilia di Capodanno del 1992, il quale ha riportato danni cerebrali permanenti. Ciò che sorprende con questo parallelismo con la vicenda di George Floyd è quanto tragicamente ricorrenti questi casi siano. Quasi trent’anni dopo.” (Frederik Louis Hviid)
Presenta Carlo Modesti Pauer