Dopo tanto tempo torno a parlare dello scandalo dei gruppi consiliari alla regione Molise. Dagli ultimi sviluppi sembra addirittura che nella vicenda ci siano note “hardcore”. L’impressione che ho oggi, è quella di ritenere che se le indagini venissero estese a tutti i settori nevralgici della Regione probabilmente ne emergerebbe un quadro a dir poco raccapricciante. Tutto ciò accade ed è accaduto, ovviamente, a spese degli sventurati cittadini molisani. La Commissione Regionale Anticorruzione, pertanto, oggi, come allora, continua ad esprimere viva preoccupazione poiché si tratta di fatti molto gravi. Fummo all’epoca i primi ad evidenziare il problema. Eravamo circa 400 associati, attualmente siamo oltre 6000.
Riteniamo, dunque, che, alla luce di quanto sta accadendo oggi e si sta sviluppando di giorno in giorno, vi sia l’improrogabile necessità del controllo serrato dei bilanci dei partiti e dei gruppi e di tutte le altre spese correnti, dal momento che deve essere chiaro che quando si tratta di soldi pubblici sono necessari controlli e verifiche puntuali e specifiche. La nostra idea resta quella di prevedere un controllo preventivo da parte di un organo esterno, indipendente ed autonomo. Penso, con assoluta sincerità, che ogni altro rimedio non garantirà queste esigenze di fondo e men che meno un gruppo di revisori esterni che sono stati già previsti e sperimentati in alcune realtà regionali e come si è potuto constatare recentemente non hanno dato i risultati sperati (cfr. il caso Piemonte). Voglio precisare ancora una volta che le radici ideologiche che muovono Co.Re.A. sono semplici: diffusione della legalità, dell’etica pubblica e lotta alla corruzione. Non dimentichiamoci, neanche, che il fulcro della materia in esame risiede tutto nell’art. 54 comma 2 della Costituzione italiana che sancisce testualmente: “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore.” Uno specifico e puntuale richiamo al cittadino che ricopre un ruolo pubblico, di responsabilità e di guida nei confronti della società: “Adempire alle proprie funzioni con disciplina ed onore”. C’è il richiamo ad un dovere di osservanza di una condotta di vita che sia all’altezza del proprio ruolo, adottare comportamenti compatibili con il ruolo pubblico del quale si è investiti. L’attualità con la quale ognuno di noi si deve confrontare è l’effetto di una “regola morale” della vita pubblica. Chi amministra, ancor più, ha il dovere di condurre una vita pubblica sobria che trasmetta coerenza e buon senso ai propri amministrati, specie in una regione che vive gravi problemi economici e sociali connessi al lavoro. Oggi come allora penso che una delle soluzioni possa essere la restituzione volontaria del maltolto ai cittadini, che potrebbe anche risultare una buona strategia processuale soprattutto in vista dei futuri procedimenti penali che ne scaturiranno dopo il vaglio degli atti da parte del Tribunale di Campobasso. Mi auguro che per questi delitti così odiosi non solo si applichi la pena più severa ma soprattutto si punti a garantire la restituzione del denaro al popolo molisano. Co.Re.A. manterrà i riflettori accesi e si costituirà certamente parte civile nei vari processi avendo raccolto oltre 200 firme per tale finalità ! (Vincenzo Musacchio – Presidente Co.Re.A. Molise)-.