Sondaggio rivela: questi sono i comportamenti dei turisti che più infastidiscono gli italiani

 In vista della prossima stagione turistica la piattaforma di apprendimento Preply ha condotto un’analisi sui comportamenti dei turisti che risultano particolarmente fastidiosi per gli italiani. Ogni anno, l’Italia accoglie circa 120 milioni di turisti, provenienti sia dal territorio nazionale che dall’estero, posizionandosi così tra le cinque destinazioni turistiche più ambite al mondo. Questo settore coinvolge circa 1,5 milioni di italiani in termini di occupazione.

Il sondaggio evidenzia l’orgoglio degli italiani per la loro cultura, l’ambiente e le tradizioni culinarie. I risultati mirano a sensibilizzare i turisti riguardo al loro comportamento inappropriato. Per questo motivo, saranno diffusi insieme a preziosi consigli comportamentali anche nei paesi da cui l’Italia riceve un gran numero di visitatori, come ad esempio in Germania. Lo scopo di questa analisi è quello di ridurre i conflitti e promuovere una migliore convivenza tra gli abitanti del luogo e i turisti.

La mancanza di rispetto è ciò che infastidisce di più gli italiani

Dal sondaggio è emerso che gli italiani si aspettano soprattutto maggiore rispetto per l’ordine pubblico e per i luoghi storici e culturalmente significativi.

  • Oltre i due terzi dei partecipanti al sondaggio ritengono che la mancanza di rispetto verso monumenti e luoghi d’interesse sia il comportamento dei turisti più fastidioso.
     
  • Un italiano su quattro è estremamente infastidito dai turisti rumorosi o da quelli che abbandonano con noncuranza i loro rifiuti.

La cultura del cibo è molto importante 

La tradizione culinaria italiana è fonte di grande orgoglio per gli italiani. Tuttavia, un aspetto spesso trascurato dagli ospiti è che la preparazione dei piatti, il modo di mangiare e altri aspetti legati all’alimentazione sono profondamente radicati nella cultura del paese e sono soggetti a specifiche regole e comportamenti. In particolare gli italiani sono particolarmente infastiditi dai turisti che ordinano piatti stranieri nei ristoranti locali.

  • Il 19% degli intervistati ritiene questo comportamento inappropriato, specialmente considerando l’ampia varietà offerta dalla cucina italiana.
     
  • Il 18% degli intervistati è infastidito dal vedere turisti stranieri mangiare la pasta in maniera inappropriata, ad esempio tagliando gli spaghetti.
     
  • Circa il 12% degli italiani si sente infastidito quando i turisti ordinano un cappuccino nel pomeriggio violando le consuetudini culturali del paese che li accoglie.

È evidente la necessità di una maggiore educazione e comprensione della cultura altrui. L’anno scorso l’Italia ha accolto circa 79 milioni di turisti, di cui oltre la metà provenienti da paesi stranieri. I tedeschi costituiscono il gruppo più numeroso, con 13 milioni di turisti. Seguono gli Stati Uniti e molti altri paesi europei. La città di Venezia è invece una meta molto popolare per i visitatori asiatici.
 

Anche poche parole dimostrano rispetto verso gli abitanti del luogo 

È frequente che i turisti si rivolgano agli abitanti del luogo in una lingua straniera senza esitazioni, indipendentemente dal fatto che vengano compresi o meno.

  • Il 12% degli italiani si sente offeso quando viene interpellato in inglese.
  • Uno su dieci è infastidito dagli small talk.
  • Il 5% considera irrispettoso il fatto che i visitatori stranieri non conoscano nemmeno le frasi di cortesia di base, come “ciao”, “grazie” o “arrivederci”, in italiano.

Conclusione: solo un turismo rispettoso è un turismo sostenibile

L’entusiasmo dei visitatori per l’Italia è straordinario, ma in alcuni luoghi sta causando il fenomeno dell’overtourism, con conseguenze sia per i turisti che per i residenti locali. È pertanto essenziale che i turisti acquisiscano una maggiore consapevolezza sul fatto che dietro ogni attrazione, ogni luogo di interesse e ogni ristorante ci sono persone e comunità reali, le cui culture, stili di vita e privacy devono essere rispettati. Solo così possiamo garantire che nel lungo periodo il turismo non abbia un impatto negativo sull’Italia.

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