“ Le Istituzioni devono assolutamente collaborare a tutti i livelli, perché non sono tollerabili inefficienze e ritardi negli aiuti “. Questa la dichiarazione rilasciata oggi dal Presidente della Camera dei Deputati On. Laura Boldrini nell’incontro coi Presidenti dei Consigli Regionali di Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche. Come non raccogliere questo monito della Terza carica dello Stato e riflettere territorio per territorio su come funziona il proprio Sistema di Protezione Civile in casi d’emergenza, quali mezzi speciali sono disponibili in caso di necessità, se ci sono esperti in grado di intervenire con efficacia e somma urgenza, e se c’è un Piano di Prevenzione a cui attenersi nel momento del bisogno con piani di evacuazione, soccorso immediato e coordinamento tra tutte le Istituzioni, le Forze dell’Ordine, le Associazioni di Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, l’ASREM, ANAS, ENEL, FS e tutti i soggetti interessati.
Ciò che sta accadendo in queste ore a 70 km da Pescara mette a nudo l’ipocrisia di 20 anni di tagli perpetrati sia a livello centrale che nelle regioni, diminuendo l’assegnazione di fondi sulla macchina della Protezione Civile e alimentando una pessima contrapposizione tra Stato e Regioni su una materia che richiede la massima unità d’intenti. Ascoltare esperti che negli studi televisivi nazionali attribuivano alla Regione Abruzzo la colpa di non essere in possesso di turbine per assicurare la transitabilità sul Gran Sasso lascia sgomenti. E’ noto a tutti che le strade statali sono gestite dall’ANAS che è lo Stato, e quelle provinciali sono gestite dalle Province che la legge Delrio ha smantellato in vista della definitiva abrogazione referendaria che non c’è stata. Se intere comunità con decine di migliaia di abitanti sono da 72 ore senza corrente elettrica e quindi senza riscaldamento di chi è la colpa ?
L’ENEL è quotata in borsa e gli azionisti vogliono gli utili prodotti da meno investimenti, meno personale ed esternalizzazione di parte delle attività. Se oggi nell’era del nanosecondo occorrono ore interminabili per percorrere i 70 km che separano Pescara dal Gran Sasso, in una situazione di drammatica emergenza possiamo riaprire una riflessione su come funziona la Protezione Civile in Italia ? Il Molise dal 5 gennaio è nella morsa del gelo e della neve, è stato toccato per fortuna in maniera lieve dallo sciame sismico e in queste ore è in apprensione per l’esondazione della Diga del Liscione che ci riporta alla mente le scene inquietanti del gennaio 2003 quando parte del Consorzio Industriale finì sott’acqua e dovettero arrivare i mezzi anfibi da Ravenna per mettere in salvo gli operai della FIAT rimasti intrappolati in fabbrica. Per ora unità d’intenti e massima cooperazione tra Regione e Stato per monitorare insieme ciò che sta accadendo con l’auspicio che l’emergenza rientri e si risolva senza danni per nessuno. Poi si dovrà discutere !
Michele Petraroia