Continua il percorso assembleare messo in campo dalla CISL Poste, domani le assemblee proseguiranno sulla Provincia di Isernia, dalle 8,00 alle 10,00 a Venafro e dalle 12,00 alle 14,00 al Palazzo Direzionale di Via XXIV Maggio a Isernia.. Antonio D’Alessandro, Segretario della CISL Poste Molise riferisce che questo è l’inizio di un percorso di mobilitazione, poiché abbiamo preso atto con chiarezza, ancora una volta, che le iniziative aziendali saranno votate unicamente ad azioni di contenimento dei costi che vedranno, ancora una volta, penalizzati i lavoratori e i livelli occupazionali.
In particolare il piano illustratoci – entra nei dettagli il Segretario della CISL Antonio D’Alessandro – da una prima analisi evidenzia alcune perplessità:
Il piano prevede un incremento compreso tra il 10% e il 30% del corriere e dei pacchi che ci sembra un obiettivo molto ambizioso perché per anni l’Azienda ha volutamente dimostrato disinteresse per il settore della logistica e oggi i ritardi da colmare sono enormi. Diminuire i punti di accesso alla rete, attraverso la chiusura degli uffici postali, ci farà sicuramente perdere delle opportunità di intercettare clienti. Attualmente il servizio di consegna è molto carente nella dotazione dei mezzi (in molte aree il motorino non è sufficiente per consegnare pacchi e posta).
L’Azienda ha annunciato – Prosegue Antonio D’Alessandro -, per il prossimo futuro, l’intenzione di voler trattare e vendere prodotti potenzialmente più redditizi che saranno però sicuramente più rischiosi. In questo modo l’Azienda ha previsto una crescita superiore al 50% su polizze e finanziamento. Il progetto ci preoccupa perché a oggi la platea dei nostri clienti predilige il risparmio e la sicurezza piuttosto che l’investimento e il rischio. La formazione erogata fino ad oggi ha privilegiato quasi esclusivamente l’addestramento piuttosto che la vera e propria formazione e preparazione degli addetti ai diversi ruoli, cambiando completamente strategia senza un’adeguata formazione professionale esponiamo a notevoli rischi i lavoratori e i clienti.
La volontà – continua il Segretario della CISL Poste – di voler unicamente aggredire il mercato si scontra, a ns. giudizio, con la necessità di mantenere la vocazione sociale dei nostri uffici. E’ quindi necessario agire con un equilibrio maggiore offrendo ai cittadini anche servizi con caratteristiche diverse da quelli tradizionali (esempio poter diventare lo sportello della pubblica amministrazione con una vera rivoluzione digitale), su questi temi dovrebbe subentrare la Politica e le Istituzioni.
La parte che indica l’evoluzione della nostra attuale rete – sostiene Antonio D’Alessandro – attraverso il potenziamento dei canali di vendita dedicati e la creazione di nuovi formati (corner, sportelli e Uffici multietnici, ecc) manca di un’analisi che prima individui le reali necessità e poi le copra con risorse reali, formate, professionalizzate e aggiornate e non lasciando posti scoperti e applicando risorse non formate come ora avviene.
Un ennesimo cambiamento – riferisce Antonio D’Alessandro – della filiera commerciale creerebbe un ulteriore disagio e senso d’insicurezza nei suoi attori. La filiera commerciale ha bisogno di stabilità, di un’attenta analisi dei bisogni che il mercato propone, di un’intensa attività formativa, partecipativa e di coinvolgimento per i suoi addetti che solo così potranno avere gli strumenti per seguire e realizzare i propri obiettivi.
Il progetto complessivo ci sembra orientato unicamente a un’operazione di taglio delle risorse senza investire sulla rete degli uffici e sulle opportunità che offre. Dedicarsi esclusivamente dove è concentrato il business, non coglie le reali opportunità che la nostra rete può offrire ai cittadini e al Paese. Infatti, territori così detti minori, invece di essere abbandonati, dovrebbero essere meglio presidiati con offerte innovative (sportello servizi pubblica amm.ne, servizi dedicati al cittadino anche a domicilio ecc.) e poi, dall’incontro tenutosi in Molise, non ci sono stati prospettati nessun investimento.
Il segmento imprese dal 2010 a oggi ha già subito una serie di cambiamenti organizzativi che l’ha visto ritornare esattamente da dove era partito. Che senso ha continuare a montare e smontare le strutture? Bisogna eliminare la confusione esistente, definendo meglio i portafogli, segmentando le diverse tipologie di cliente e le diverse professionalità degli addetti alla vendita (venditori negli uffici e venditori sul territorio). Infine è necessario evitare la sovrapposizione dei prodotti tra i diversi canali di vendita, semplificare l’offerta in portafoglio e dotare la rete di risorse strutturali necessarie (auto, PC, ecc).
A queste nostre prime riflessioni sul documento di piano presentatoci – finisce Antonio D’Alessandro – si aggiungono le attuali criticità e inefficienze strutturali e organizzative pertanto riteniamo che sia indispensabile risolvere prima i gravi e annosi problemi di cui soffre il settore e solo successivamente affrontare le tematiche relative al Piano Industriale altrimenti si rischierebbe di costruire un progetto senza fondamenta.