Ha ragione il Comune di Gambatesa che chiede al Ministero dell’Interno di rispettare le comunità che hanno attivato l’accoglienza di profughi e rifugiati con il Progetto SPRAR, e che stanno attenendosi scrupolosamente alle norme di legge agevolando l’inclusione sociale e l’integrazione dei migranti sul territorio.
La Prefettura non può sottoscrivere convenzioni con operatori privati per progetti di accoglienza straordinaria nei comuni molisani già impegnati nello SPRAR.
Verifichi preliminarmente una diffusione dei centri di accoglienza nelle comunità che non hanno partecipato ai piani triennali del Ministero dell’Interno per Rifugiati e Richiedenti Asilo, e solo dopo prenda in esame la possibilità di implementare il numero dei migranti in tali comuni, possibilmente coinvolgendo i Sindaci e le popolazioni locali per definire correttamente con loro tempi, numeri e disponibilità che non creino turbative o criticità sul territorio.
C’è un limite da non superare e ci sono leggi da osservare nella gestione dei flussi migratori. Non basta e non può bastare un capannone riadattato, appartamenti aggiustati alla meglio o vecchi alberghi ritinteggiati per presentarsi in Prefettura e sottoscrivere una convenzione.
I migranti non sono pacchi postali, non sono persone da “parcheggiare”, o numeri per far soldi, sono persone a cui assicurare visite mediche, persone da identificare e controllare a garanzia della sicurezza pubblica, persone da avviare all’apprendimento della lingua italiana e di attività di inclusione sociale e di integrazione lavorativa, con programmi chiari e nel rispetto della legge.
Se c’è qualcuno che ipotizza di organizzare lo sfruttamento della prostituzione, lo spaccio di stupefacenti, la speculazione affaristica sui profughi o attività non in linea con le leggi dello Stato e con i protocolli ministeriali sulla legalità, la sanità, i lavori socialmente utili e i progetti di inclusione, deve essere fermato nell’interesse generale e non confondere l’accoglienza umanitaria con il caos.
sinistra italiana