Si scelga la democrazia facendo funzionare le istituzioni, non basta non convocare il Consiglio Regionale per risolvere i problemi aperti

Non si comprendono le ragioni della mancata convocazione del Consiglio Regionale per più sessioni settimanali al fine di consentire la trattazione dei 54 punti all’ordine del giorno riferiti a proposte di legge, nomine, mozioni, atti amministrativi, interpellanze e interrogazioni. Così come non è chiaro chi abbia deciso di paralizzare le attività consiliari, nel mentre servirebbe un ampio coinvolgimento istituzionale per cooperare nella risoluzione di questioni urgenti, vertenze, criticità locali, sofferenze finanziarie ed emergenze. Le norme statutarie assegnano al Consiglio Regionale precise competenze di carattere legislativo, pianificazione, programmazione amministrativa, vigilanza ispettiva sugli atti della Giunta, controllo e inchiesta. Assicurare il corretto funzionamento istituzionale oltre ad essere un dovere, è anche un’opportunità, se si hanno a cuore le sorti del Molise. Approvare il nuovo Regolamento Interno, accelerare l’iter delle proposte di legge già iscritte in Aula, o giacenti nelle Commissioni, adottare piani regionali, atti di programmazione e provvedimenti amministrativi, agevolerebbe la soluzione di problemi aperti e offrirebbe risposte al territorio, alle imprese e alle comunità locali. Procedere alle nomine dei componenti dei revisori dei conti in diversi enti sub-regionali, e dei nuovi amministratori di Molise Acque ed altre aziende, istituti o consorzi, consentirebbe di mettere in sicurezza quelle strutture. Eleggere il Garante dei Diritti dei Detenuti, Difensore Civico e Tutore dei Minori, non è una formalità per i reclusi, per i bambini e per i cittadini che intendessero agire a tutela e salvaguardia dei propri diritti. Limitare la funzionalità istituzionale del Consiglio Regionale agli atti strettamente necessari è un grave errore democratico, impedisce la trattazione degli atti ispettivi e non consente di far luce sulle molteplici vicende che assillano il Molise. Come dimostrano le innumerevoli vertenze aperte sul territorio da quella sul servizio idrico integrato che coinvolge Molise Acque, al commissariamento anomalo del Consorzio di Bonifica di Venafro, fino alle vicende sollevate da altri consiglieri sulla Fondazione Molise Cultura, sull’ASREM e sui Consorzi Industriali, non basta rinviare sine-die le risposte alle interrogazioni o non convocare le sessioni d’Aula per risolvere i problemi aperti. Basta, da ultimo, la preoccupante nota dei dipendenti di ARPA Molise sulla sede aziendale per confermare che se non funzionano le sedi istituzionali per i chiarimenti richiesti, si procede con altre e diverse modalità, nessuna esclusa. Si scelga la democrazia valorizzando il ruolo delle Commissioni Consiliari e del Consiglio Regionale, al fine di non accentuare il dubbio che in assenza di partiti e di politica, non è ben chiaro chi decide, cosa decide e in che sede decide.

Michele Petraroia

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