Titolo enigmatico? Titolo interrogativo? Oppure semplicemente un titolo che, sotto certi
aspetti, molti attribuirebbero a quello che sta caratterizzando questo ultimo scorcio di
legislatura sia nazionale sia regionale. Una cosa è certa però, i punti di domanda mai
come questa volta ve ne sono molti, tanto da occupare, anche se non palesemente, ma vi
assicuriamo vi sono, intere pagine dei giornali, servizi televisivi ed elucubrazioni esternate
a voce alta con la speranza di avere proselitismo che in questi casi non guasta mai.
Scriviamo, anzi ribadiamo, perché già scritto in altri articoli, si riuscirà a comporre il puzzle
politico? Prendendo a prestito gli sketch della trasmissione televisiva “Made in Sud” ed in
particolare quelli dove Mimmo Iuorio fa la parte del medico che interloquisce di volta in
volta con i conduttori, e alle domande su malattie o patologie varie risponde laconicamente
“forse che si, forse che no”, ci sentiamo di fare nostra questa affermazione, anche perchè
le idee nei partiti non sono del tutto chiare. Affermazione che fa da pendant con il titolo,
che, troneggia sulle locandine esposte nelle edicole, anche se non in forma interrogativa.
Affermazione che, in questi giorni alquanto concitati per chi deve decidere chi essere
candidato o lasciare la “casa”, “la cueva”, è quanto mai calzante. Decisioni che, tra
autocandidature, colpi di scena, esternazioni esplosive, leggasi terremoto televisivo
causato dall’intervista della Gruber a Carlo De Benedetti che, ha fustigato uomini e
stigmatizzato manovre effettuate nel campo della finanza e dell’economia, senza contare
quello che sta accadendo all’interno del movimento pentastellato con le elezioni per via
telematica che porteranno alle candidature, oltre ad essere non facili sono pericolose.
Condizioni dettate dall’instabilità dell’ambiente che, ad ogni minimo sussulto, creano
apprensione sia nei singoli protagonisti, sia in chi s’interessa, sono sempre meno, alle sorti
dei partiti, rappresentanti di una politica elefantiaca fuori moda. Pericolosità che sta
venendo fuori con tutte le sue caratteristiche deleterie soprattutto perché sono iniziate le
“pretese” di primogenitura di chi a torto o a ragione rivendica “fedeltà” agli ideali, alle
coalizioni o ai gruppi che costituiscono l’intero arco partitico nazionale e locale.
Pericolosità che innesca meccanismi difficilmente arrestabili, perché il modo di vedere e
vivere la politica oggi più che mai è incongruente, non accettabile, poco credibile; ecco
perché gli elettori cui bisogna dare conto, è bene ricordarlo, sono decisi si ad aspettare la
composizione delle liste ma anche mettere fine al “gioco delle parti” che ha ridotto il Paese
e il Molise in particolare maniera a “clochard” che aspetta qualcuno che tenda una mano
per risollevarlo da una condizione aberrante sotto tutti i punti di vista, con la speranza di
confutare il detto popolare che traduciamo dal vernacolo: “il sazio non crede chi è a
digiuno”.
di Massimo Dalla Torre