Settimana Mondiale della Tiroide: Unimol e Fondazione Potito in piazza con l’Ambulatorio mobile

ambulatoriomobileunimolDal 19 al 25 maggio 2015 parte la quinta edizione della Settimana Mondiale della Tiroide, inserita in un contesto internazionale che coinvolge le principali associazioni scientifiche della tiroide in tutta Europa e negli altri Continenti. La Società Italiana di Endocrinologia (SIE), l’Associazione Italiana della Tiroide (AIT), l’Associazione Medici Endocrinologi (AME), l’European Thyroid Association (SIE) insieme al Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini (CAPE) promuovono anche in Italia questa iniziativa”Tiroide problema sociale, dal corpo alla mente” sarà il filo conduttore della campagna che ha l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza sui problemi legati alle malattie della tiroide e in particolare sui tumori tiroidei.

«Le malattie della tiroide– dichiara Maurizio Gasperi, endocrinologo e docente presso il Dipartimento di Medicina e di Scienze della Salute dell’Unimol – risultano essere in continuo aumento ed in particolare le malattie autoimmunitarie e il tumore tiroideo che addirittura è raddoppiato negli ultimi dieci anni. Tali patologie possono essere curate e soprattutto prevenute. Un sufficiente apporto di sale iodato è il primo e più semplice modo per consentire alla tiroide un corretto funzionamento. Rientra in tale contesto la mobilitazione dell’Università del Molise. A Campobasso, infatti, nell’ambito dei programmi di collaborazione previsti dalla convenzione perattività didattiche, assistenziali e di ricerca tra l’Ateneo molisano e la Fondazione Istituto Potito di Ricerca Diagnostica per immagini, verrà effettuato giovedì 22 maggio un pomeriggio di informazione e di prevenzione (dalle 15:00 alle 19:00) presso l’ambulatorio mobile Unimol, parcheggiato in piazza Municipio. L’iniziativa è curata dalle cattedre di endocrinologia (Prof. Maurizio Gasperi) e di Radiologia (Prof. Luca Brunese) del Dipartimento di Medicina e Scienze della Salute dell’UniMol e dal Presidente della Fondazione, Dr. Francesco Potito e si avvarrà anche dell’ apporto entusiastico degli studenti di medicina del nostro Ateneo.L’evento centrale della manifestazione è rappresentato dalla Conferenza tenutasi il 15 maggio a Roma presso il Ministero della Salute, con l’intervento dei massimi esperti del settore e dei dirigenti del Ministero, per richiamare l’attenzione sull’importanza medica e sociale delle malattie della tiroide e della profilassi iodica quale mezzo di prevenzione.
La tiroide è la ghiandola endocrina preposta alla sintesi e alla secrezione degli ormoni tiroxina (T4) e triiodotironina (T3), che hanno nello iodio un elemento strutturale essenziale. Gli ormoni tiroidei svolgono un ruolo centrale nello sviluppo nervoso e scheletrico del feto e del bambino. Nellʹadulto hanno importanti effetti sulla regolazione del metabolismo basale, sullʹapparato cardiovascolare, sul metabolismo lipidico e glicidico, e sul metabolismo osseo.Le malattie della tiroide sono di frequente riscontro nella popolazione generale, con una forte predilezione per il genere femminile, e possono colpire tutte le età compresa l’età fetale e neonatale. La causa più frequente di patologia tiroidea nella popolazione mondiale è la carenza alimentare di iodio che si manifesta con un aumento di volume della tiroide (“gozzo”). Si ha anche formazione di noduli, la cui frequenza aumenta con l’età. La più efficace prevenzione del gozzo e dei noduli tiroidei è la iodoprofilassi, facilmente attuabile mediante l’uso di sale fortificato con iodio, ovunque ampiamente disponibile.Con il diffondersi dell’ecografia tiroidea, spesso si riscontrano noduli asintomatici, di dimensioni anche molto piccole (inferiori al centimetro), con una frequenza che aumenta progressivamente con l’età e pone il problema di una possibile presenza di tumore della tiroide. Fortunatamente, i tumori maligni della tiroide sono rari (circa l’1% di tutti i noduli tiroidei) e sono suscettibili di terapie efficaci nella maggior parte dei casi. D’altra parte, gli esami ecografici “a tappeto” su ampie fasce di popolazione non devono rappresentare uno strumento di diagnosi indiscriminata di patologia tiroidea, vista la bassa percentuale di tumori maligni presenti nei soggetti affetti da nodularità tiroidea. Si rischia pertanto, con uno screening universale, di creare inutili preoccupazioni. Le società scientifiche endocrinologiche mondiali raccomandano infatti un utilizzo mirato e non su larga scala dell’esame ecografico della tiroide. E’ compito dello specialista selezionare quei casi che richiedono un approfondimento diagnostico e terapie adeguate. Se la patologia tiroidea è diagnosticata nella fase iniziale non presenta difficoltà di cura.
Nelle aree dove la popolazione ha un adeguato apporto alimentare di iodio un fattore che gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo delle malattie della tiroide è l’autoimmunità, che può dare origine ad ipotiroidismo (tiroidite di Hashimoto), o ipertiroidismo (morbo di Basedow). L’ipotiroidismo può essere riscontrato nell’8‐10 % della popolazione generale, ma oltre i 75 anni può colpire 1 su 5 donne. Resta spesso non diagnosticato perché lieve e si manifesta con sintomi sfumati e clinicamente non rilevanti. L’ipertiroidismo clinicamente manifesto colpisce invece il 2 – 3% della popolazione generale, ma la prevalenza delle forme più lievi raggiunge il 5 – 6%, specie nelle fasce di età più avanzate. La frequenza dell’ipertiroidismo è fino a due volte più elevata nelle aree di carenza iodica rispetto a quelle iodo‐sufficienti. Sia l’ipertiroidismo che l’ipotiroidismo, una volta diagnosticati, possono essere curati con relativa facilità.

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