Serve maggiore umiltà. Al Molise non basta la narrazione

A differenza di Antonio Di Pietro non credo che il nostro paese possa ritrovare slancio, competitività e sviluppo, attraverso il Movimento 5 Stelle, ma concordo sull’impegno in difesa della Costituzione e sul giudizio politico nei confronti del Governo di Matteo Renzi che replica come un disco incagliato una narrazione dell’Italia che è molto lontana dalla realtà. Noto che in questo periodo storico è raro scorgere una voce fuori dal coro, il dissenso non viene tollerato, e chi prova a esprimere una diversa opinione viene immediatamente apostrofato da una pletora di cortigiani adusi a genuflettersi. E’ evidente a tutti che questo Governo, così come quelli che lo hanno preceduto, non ha una politica per il Mezzogiorno, non si pone l’obiettivo di accorciare il divario tra Nord e Sud, non persegue alcuna strategia tesa a innovare, investire e potenziare le infrastrutture strategiche per un meridione competitivo a livello globale. Il taglio ai finanziamenti per le Università del Mezzogiorno e in particolare per i piccoli Atenei come quello del Molise confermano la distanza tra narrazione e verità, così come la riduzione della messa in sicurezza delle tratte ferroviarie a binario unico del SUD per 75 milioni nella recente conversione in legge di un decreto governativo. Ma come diceva il Sommo Poeta….Il modo ancor m’offende….c’è il tentativo di spacciare per attenzione al mezzogiorno lo stanziamento di fondi europei e stanziamenti nazionali collegati che sono disciplinati da 40 anni da norme di legge con parametri di riferimento precisi. L’Unione Europea finanzia tutte le Regioni di tutti gli Stati in base a dei regolamenti comunitari che vengono concordati nei tavoli negoziali istituzionali. Quindi se al Molise per il periodo 2014-2020 vengono assegnati dei fondi così come è sempre avvenuto da quattro decenni ci si trova al cospetto di una pratica ordinaria e non di un evento eccezionale. E se a tali assegnazioni si sommano risorse nazionali disciplinate da leggi nazionali, come i Fondi FSC per lo Sviluppo e la Coesione, si prende atto che è stata rispettata una norma codificata da decenni nell’ordinamento, e non ad una gentile concessione del Governo pro-tempore. Quel che colpisce è l’assuefazione al silenzio di un’intera classe dirigente che ha paura ad affermare che in realtà il Governo ci ha tagliati 145 milioni rispetto all’ultima assegnazione di fondi europei, perché il FSE è sceso da 103 a 47 milioni di euro, ed il FESR da 192 a 105 milioni. Per compensare questi tagli il Governo si era impegnato a dare un pari importo aggiuntivo nei fondi FSC 2014-2020 che sono quelli del Patto per il Sud. Ebbene nel mentre per il 2007-2013 il Molise ebbe 380 milioni di FSC, per il 2014-2020 ha avuto 378 milioni che sono quelli firmati da Renzi e Frattura all’Università il 26 luglio, con una decurtazione di 2 milioni e senza i 145 milioni tagliati ai fondi comunitari. Personalmente trovo anche singolare rimarcare un’ovvietà come questa, ma auspico una presa di coscienza del Molise che aiuti a mutare il rapporto col Governo, non per assumere posizioni preconcette o strumentali, ma per chiedere ciò che è giusto. Far passare come magnificenza una riduzione di trasferimenti economici a nostro danno a chi giova ?  Osannare che il girotondo di Matteo Renzi nel Sud per firmare atti dovuti per somme dovute, ai territori del Mezzogiorno a chi giova ?  Rinunciare a chiedere risposte per non disturbare la narrazione che tutto va bene a chi giova ?  Non dire con chiarezza che in assenza di stanziamenti nazionali del Governo per le politiche attive del lavoro per i dipendenti ITR e GAM, la Regione non ha soldi per la loro ricollocazione lavorativa, a chi giova ?
Michele Petraroia

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