La manovra per riportare i conti italiani in ordine o meglio riportare i conti secondo i desiderata della cancelleria tedesca segnala l’ennesima, grande operazione di finanza creativa operata sul bilancio pubblico. Per carità, non è certo il duo Saccomanni- Letta ad avere inventato la prassi di “cucinare i libri” contabili (“cook the book”, in termini anglosassoni) ma sicuramente anche loro stanno contribuendo alla ultradecennale prassi. Oltre all’odiosa prassi di aumentare le tasse, specie quelle meno visibili (vedi il rincaro sui bolli sui depositi bancari) Saccomanni e Letta hanno strombazzato una grande iniziativa capace di rimettere in sesto il bilancio nazionale: le privatizzazioni e la dismissione del patrimonio pubblico. E tutti i giornali e le televisioni nazionali, quelle che puntellano e sostengono un governo illegittimo gestito da Giorgio Napolitano (pensa te) hanno suonato la grancassa facendo capire che si trattava davvero di un’azione incisiva, efficace e moderna.
Il punto qual’è? In linea di principio che lo Stato debba fare il petroliere o il costruttore di navi o il proprietario di servizi bancari (Poste Italiane questo è diventato in realtà) non è corretto. Lo Stato deve dare le regole, eseguire le regole e sanzionare chi non segue le regole. Ma si tratta di uno schema semplicistico. Lo Stato è anche un grande soggetto economico, che influenza l’economia e quindi inevitabilmente lo Stato per perseguire fini che sono anche sociali (costruzione di infrastrutture, gestione di servizi che non trovano convenienze nel mercato) acquisisce uno status imprenditoriale. Succede anche in America (anche più che da noi, basti pensare ai colossi dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac, pubblici ma quasi monopolisti sul mercato finanziario più libero del mondo) non c’è da scandalizzarsi.
http://www.negozioperleimprese.it/2013/11/22/se-allitalia-viene-staccata-la-luce-per-morosita/