Sardegna, la Regione è prima per crescita dell’export nel 2024

(Adnkronos) –
Export record per la Sardegna. Secondo i dati Istat relativi alle esportazioni nei primi sei mesi del 2024 la Regione registra la performance migliore tra tutte le regioni italiane con +18,8% rispetto allo stesso periodo del 2023, davanti alla Calabria +18% e al Molise +14,2%. Al contrario, le flessioni tendenziali maggiori nelle esportazioni riguardano le Marche -41,3%, la Basilicata -40,9% e la Liguria -26,3%.  
I dati tendenziali positivi della Sardegna sono significativi specie in confronto al valore medio dell’export nazionale che risulta diminuito dell’1,1% su base annua, con punte di -3,5% nelle regioni di Nord-Ovest, -2,3% nel Centro, -1,4% nel Nord-Est. Per contro, crescono significativamente le esportazioni dalle Isole +7,3% e in misura minore quelle delle regioni del Sud +1,9%.  
In valore assoluto, il peso maggiore all’export di prodotti dalla Sardegna nei primi sei mesi del 2024 deriva dal settore della raffinazione dei prodotti petroliferi, il settore che fornisce il maggiore contributo alle performance positive della Regione con una variazione positiva del 16,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Nel complesso, però, il saldo esportazioni/importazioni risulta positivo con i Paesi europei, ma è negativo a livello globale.  La ripresa delle esportazioni dalla Sardegna rappresenta una boccata d’ossigeno dopo un 2023 piuttosto difficile durante il quale i dati dell’export sardo furono negativi a partire dal secondo trimestre dove si raggiunse -46,3%. Un segno negativo proseguito anche nel terzo trimestre -31,1% e nel quarto -16,8%. La tendenza negativa ha cambiato rotta a partire dai primi tre mesi del 2024 che segnano una ripresa delle esportazioni di quasi 9 punti percentuali e che, come detto, prosegue anche nel secondo trimestre dell’anno in corso fino a raggiungere +18,8% da gennaio a giugno.  Dunque, dati confortanti anche se piuttosto lontani dalle performance registrate nel 2021 e nel 2022 dove la ripresa a pieno regime del commercio nazionale e internazionale fu legata alla progressiva uscita dalla pandemia di Covid.  Contrariamente all’export, le importazioni in Sardegna in valore percentuale segnano una diminuzione di oltre sette punti nel primo trimestre del 2024. Un trend negativo che prosegue per il quarto trimestre consecutivo, anche se con una portata decisamente più contenuta rispetto ai precedenti tre trimestri del 2023. Le importazioni sarde a partire dal secondo trimestre dell’anno scorso hanno registrato nette diminuzioni, nel dettaglio: -36,2% da aprile a giugno 2023, -29,7% da luglio a settembre, -19,8% da ottobre a dicembre. Percentuali negative in maniera più consistente sia rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno che alla media nazionale.  Da segnalare che, come per l’export, anche l’import sta registrando un’inversione di tendenza con riduzioni sempre meno consistenti e, comunque, nei primi tre mesi del 2024 la diminuzione del 7,1% della Sardegna è di tre punti percentuale inferiore alla media nazionale.  Il rapporto tra importazioni ed esportazioni della Sardegna con i 27 Paesi dell’Unione europea segna una netta prevalenza della seconda voce. Nel dettaglio, nei primi tre mesi del 2024 se le importazioni valgono 270 milioni di euro, le esportazioni verso gli Stati UE sono circa 3 volte maggiori e raggiungono 706 milioni di euro. Analizzando i tassi di variazione tendenziali, si osserva che, se le importazioni dai Paesi UE sono in aumento del 5,4% nel primo trimestre dell’anno, le esportazioni verso tali Paesi sono invece in calo seppur minimo, -0,6%. Da sottolineare che il dato della crescita delle importazioni è in netta controtendenza rispetto alla media delle altre regioni che nel periodo considerato registra un calo del 7%. Anche il dato tendenziale dell’export verso gli Stati dell’Unione, seppur ancora in lieve diminuzione, segnala una ripresa costante che prosegue per il quarto trimestre consecutivo, con una percentuale negativa scesa dal 46,6% del secondo trimestre 2023 fino a quella attuale, ormai prossima allo zero.  Per quanto riguarda gli scambi commerciali con i Paesi extra Unione europea, i dati Istat sottolineano come il 2024 sia iniziato con un’impennata nelle esportazioni e una parallela diminuzione delle importazioni.  Nel dettaglio, l’export segna +15,2%, dopo tre trimestri consecutivi con segno negativo, mentre la voce import registra -8,4%, proseguendo l’andamento negativo del 2023. In valore assoluto le importazioni sono quasi il doppio delle esportazioni ovvero 2,23 milioni di euro le prime contro 1,25 milioni le seconde.  Facendo un raffronto con gli ultimi 4 anni, i valori maggiori di scambi con i Paesi extra UE sono stati raggiunti nel 2022. In particolare, nel secondo trimestre di quell’anno è stato raggiunto il picco massimo dell’export, pari a 1.523 milioni di euro, mentre il massimo valore delle importazioni è stato toccato nel terzo trimestre 2022 con 3.143 milioni di euro.  Nella bilancia commerciale della Sardegna, la raffinazione dei prodotti petroliferi ha una quota predominante calcolata nel 34% delle esportazioni per il periodo da gennaio a giugno 2024, in aumento rispetto al 29,1% registrato nello stesso periodo del 2023.  Nel dettaglio, al netto dei prodotti petroliferi sia le esportazioni che le importazioni totali da e verso il Mondo della Sardegna registrano numeri molto diversi. In valore assoluto le importazioni relative ai prime tre mesi del 2024 scendono da 2.502 milioni di euro a 446 milioni.  Una differenza ancora più marcata parlando di esportazioni dove si scende da un totale di 1.952 milioni di euro considerando i prodotti di raffinazione petrolifera, a 312 milioni complessivi escludendo tali prodotti. Per dare un’idea dell’incidenza dei prodotti derivanti dalla lavorazione petrolifera e del coke, rappresenta l’84,2% delle esportazioni dalla Sardegna verso i Paesi dell’Ue. Rispetto ai 726 milioni di euro complessivi legati alle esportazioni del primo trimestre 2024, quasi la metà, 328 milioni (pari al 46,4%) provengono da merci e prodotti commercializzati verso la Spagna. Il secondo mercato per l’export sardo è attualmente la Francia con il 17,1% del totale. Al terzo posto la Slovenia con una quota pari al 14,7% delle esportazioni. Germania, Paesi Bassi e Francia sono invece i primi tre Paesi dell’Unione europea da cui provengono merci e prodotti sull’Isola. Nello specifico, 75 milioni di euro di importazioni dalla Germania, pari al 27,9% del totale, 67 milioni di euro dai Paesi Bassi, il 25% del totale e 35 milioni di euro dalla Francia pari al 13,1%.  Per quanto riguarda i Paesi extraeuropei, Libia, Azerbaigian e Stati Uniti sono i primi tre Stati per importazioni nel primo trimestre 2024, con percentuali rispettivamente del 17,1%, 15,1%, 13%. Le esportazioni invece vanno principalmente verso Gibilterra con il 21,7% di incidenza totale, Libia 13,3%, Stati Uniti 12,9%.  Il saldo tra esportazioni e importazioni della Sardegna è positivo nei confronti dell’Europa, essendo pari a 701 milioni di euro e con l’Oceania +26 milioni per il periodo da gennaio a marzo 2024, ma risulta con segno negativo considerando tutto il mondo (-545 milioni di euro), cifra che però al netto dei derivati della raffinazione del petrolio scende a -133 milioni.  Un’analisi interessante riguarda le quote di esportazioni per tipologia di prodotto e continente di destinazione. Se il 100% dei prodotti del carbone, minerali metalliferi e i prodotti delle attività artistiche e di intrattenimento della Sardegna vanno ai Paesi dell’UE, quelli invece alimentari, bevande e tabacco sono principalmente richiesti dagli Stati americani (63,1% del totale di quel settore). Prima voce del mercato asiatico è quella dei prodotti farmaceutici prodotti in Sardegna con una quota del 60,5% del totale destinato alle esportazioni regionali. I Paesi africani rappresentano invece il mercato privilegiato per gli articoli in gomma e materie plastiche con una quota del 32,8%.  Per consentire alle imprese del territorio di cogliere le sfide sempre più competitive della globalizzazione, la Regione Sardegna attua strategie differenziate, mirate, da una parte, a sostenere attivamente l’export, dall’altra ad attrarre investitori stranieri per rivitalizzare il tessuto imprenditoriale.  Nello specifico, la Regione propone servizi avanzati per PMI e reti di PMI, erogazione di finanziamenti a supporto dell’attività imprenditoriale, supporto alla partecipazione ad eventi internazionali, formazione, sostegno alla partecipazione alle principali piattaforme e-commerce.  Tra le misure e le iniziative messe in campo, ricordiamo il finanziamento di oltre 1,5 miliardi di euro del nuovo Por Fesr 2021-2027, il Programma Regionale nell’ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale, con particolare riferimento al sostegno della competitività intelligente, della transizione digitale e green specie di PMI e microimprese.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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