L’ennesima bufala perpetuata a carico della continuità assistenziale ex guardia medica, dai commissari Basso e Rosato, con la complicità di alcune sigle sindacali e di parte di politici regionali, in tema di spending review per il rientro del deficit sanitario della regione Molise e il riequilibrio della spesa sanitaria, unitamente alla parte pubblica presso il Ministero dell’Economia e delle finanze.
L’aver adottato dei criteri di taglio sugli emolumenti circa 300 euro al mese x 12 all’anno=3600.00, alla sola categoria di medici appartenenti alla continuità assistenziale, rappresenta un’operazione senza precedenti di arcaica manifattura, autentica discriminante e iniquo criterio classista sia dal punto di vista sociale che economico; e grida vendetta per la sua modalità di probabile evidente illegittimità e incostituzionalità quanto di matrice punitiva come se i mali di gestione del settore sanitario fossero da attribuire a questa categoria. Nonostante questa bassezza di provvedimento approvato senza alcuna interpellanza della parte in causa, sono già state messe in atto misure giuridico-amministrative e giustificate rivendicazioni secondo norme, del diritto acquisito e non retroattivo come stabilito da delibere regionali stipulate e approvate in consiglio. Un sacrosanto diritto incontrovertibile e legittimato dalla stipula di un contratto decentrato regionale tra parte pubblica ASREM+REGIONE MOLISE e rappresentanze sindacale. Pertanto aver cancellato tale stipula contrattuale con un vero colpo di mano non solo rappresenta un abuso legislativo, ma ritengo abbia le caratteristiche di una appropriazione indebita nei confronti di una singola ed esclusiva categoria che presenta dei costi irrisori di spesa di bilancio, pur operando in condizioni strutturali e organizzative di assoluta precarietà, fa altrettanto comodo a molti in primis all’azienda sanitaria, fungendo da parafulmine alle numerose carenze e lacune della medicina generale. A tutto ciò sembra lecita una considerazione: “Come mai e quale metodologia è stata usata dagli addetti ai lavori per decidere di colpire indiscriminatamente una sola categoria di medici?”.
Se analizziamo con ragionevolezza quali sono le cause del disastro sanitario, queste sono da ricercare altrove, ovvero nelle stanze dei direttori generali e de dirigenti amministrativi, che oltre a percepire emolumenti da capogiro ingiustificati in tempi di ristrettezza economica per tutti, ma non per loro, non sono in grado per scelta o per volontà politica di mettere a punto un piano sanitario regolamentato, che riguardi in particolare la revisione della spesa sanitaria in quei settori improduttivi quali quelli della medicina dei servizi e di base (spese per cup-pass ai medici di base, rintracciabilità telefonica, consulenze esterne, incarichi annuali per progetti spesso senza riscontro sull’utilità e per finire agli appalti con aziende per materiale e forniture di prodotti sanitari tra i più disparati senza un fattivo controllo della spesa e spesso senza documentate gare di appalto; e che dire degli assurdi e clientelari criteri di assunzione di personale medico-amministrativo vedasi il numero scriteriato di direttori di distretto, senza alcun beneficio per la collettività, ma solo sperpero di risorse umane e di denaro pubblico.
Rivolgo un appello ai colleghi di categoria chiedendo quali e immediate strategie da intraprendere per tentare di abbattere l’attuale sistema, che in maniera arrogante e discriminante, vuole demolire la nostra categoria già di per se debole contrattualmente e che rivendica una giusta ed equa posizione meritocratica rispetto alle altre e una più consona, decorosa aspettativa professionale, economica e logistica, per il raggiungimento di uno standard di qualità ed efficienza sanitaria, con un miglior utilizzo di risorse umane, senza incidere sul bilancio regionale e quindi dare sempre migliore risposte al cittadino che si rivolge alla medicina territoriale.
Il Responsabile regionale della Sanità del Movimento Guerriero Sannita
Dott. Fernando Tartarino