“Ho ascoltato l’intervento di Di Giacomo. Replico con la forza dei numeri che lui dice che non conosco. Certo che il disavanzo nei bilanci sanitari per l’anno 2014 è circa 400 mln di euro. Ma il debito della Regione prima del governo Frattura, delle risorse incassate a titolo di sanità e non trasferite al sistema sanitario regionale, era pari a circa 250 milioni. Nel bilancio di esercizio relativo all’anno 2013, l’Azienda Sanitaria Regionale ha inoltre riaccertato maggiori perdite per circa 42 mln di euro, derivanti da poste straordinarie non contabilizzate negli anni precedenti. Si tratta di un “debito” ereditato di circa 300 milioni.
L’aumento ulteriore nella gestione di questi due anni non solo è minimo rispetto a quanto ereditato, ma è dovuto all’impossibilità di agire su un’organizzazione così complessa come la sanità da un momento all’altro, comprese obbligazioni giuridicamente vincolanti e situazioni territoriali profondamente radicate. L’inversione di marcia innescata da Frattura è nella giusta direzione ma è molto ardua. Agnone ne è la prova.
Dobbiamo lavorare. E’ quello per cui ogni giorno si confrontano amministratori seri del territorio, governo regionale e operatori del settore che non amano le strumentalizzazioni ma vogliono fare bene. Per loro va recuperato il criterio del merito e incoraggiati, perché la situazione è difficile. Per la rete territoriale vanno migliorate molte questioni, non avendo paura di innovare e cercando di avere riguardo per le aree marginali. I sacrifici di tutti sono tanti, ma non è con le rituali polemiche del dottor Di Giacomo che saremo in grado di risolvere i problemi”.
Micaela Fanelli
Sanità, Fanelli: situazione critica frutto dell’eredità di amministrazioni di cui Di Giacomo è stato co-autore
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