Vedere la Sala della Costituzione gremita all’inverosimile, la dice lunga di come la misura è colma. Una misura difficilmente quantizzabile; il che significa che la cosiddetta luna di miele è terminata sotto tutti i punti di vista. Nozze che, come abbiamo avuto modo di scrivere qualche tempo fa, mostrano come con i “fichi” non si possono accontentare i commensali arrabbiati più che mai. Frutti di una non conservazione oculata e attenta, tant’è sono marciti nel giro di pochi anni; eppure c’è ancora qualcuno che li vetrina e cerca a tutti i costi di vederli pur sapendo in cuor suo che sono immangiabili. Frutti che, legati alla sanità, materia delicata, specialmente quando a rimetterci è la collettività, nel Molise, terra notoriamente legata all’agricoltura e di conseguenza alla frutticoltura, ora più che mai sono il simbolo della non capacità di coltivarli. Frutti che, mai come questa volta sono marci, ecco il perché degli strali che la gente lancia all’indirizzo di chi caparbiamente cerca propinarli nuovamente con la speranza di poter riavere attenzione e consensi dalla collettività. La quale, ha gridato in faccia a chi cercava di arrampicarsi sugli specchi, che è giunto il momento, di levare mano – usiamo il linguaggio spiccio – tanto per intenderci.
A quelli che hanno gridato “dagli all’untore”, cosa che ci riporta alla mente altra epoca e altri episodi, diamo pienamente ragione con la speranza che tra due anni, o poco meno, si ricordino che la “desertificazione” parola che usiamo spesso e volentieri nei nostri scritti, è quanto mai palese. Desertificazione materiale e morale che ha portato allo stato attuale ad una contrapposizione negativa che purtroppo non serve, perché il cosiddetto “muro” fatto da mattoni il cui elemento principale è l’ostinazione a portare avanti certe tesi specialmente quando si tratta di salute, sta per crollare, anzi è crollato. Mattoni contraddistinti da numeri, dati e soprattutto tesi che sono la debacle di un sistema che non vuole capire che l’aria è cambiata.
Mattoni, numeri e dati che, nella sterilità più assoluta, servono unicamente a riempire pagine di documenti facilmente “sbugiardati” anche da chi non è esperto di materie come quelle legate alla sanità. Parola sempre più pressante, sempre più presente nei discorsi della gente che, non è disposta e riprendere i viaggi della speranza, per ottenere un risultato non sempre favorevole. Mattoni, numeri e dati che, ancora una volta, nonostante si voglia far passare per solidi, sono solo il paravento a quello che è la non programmazione che è alla base di una buona linea di governo. Mattoni, numeri e dati, impresentabili, tant’è che l’appassionata presenza della gente è la prova provata di come i molisani non sono più disposti a fare credito a chi non è in grado di mantenere fede alle promesse fatte. Mattoni, numeri, dati cui aggiungiamo le percentuali che, nella loro sterilità, fanno inneggiare al ritorno di mezzi utilizzati secoli addietro: ci riferiamo alla “cacciata dei barbari dal territorio”, per carità è solo un esempio null’altro, perché non siamo forcaioli; eppure servono anzi, necessitano alla causa. La quale mai come questa volta deve essere abbracciata nella sua interezza, specialmente se questa porta come lettera iniziale la “S” maiuscola ossia Sanità e Tutela della salute. Parole che sono echeggiate come macigni e non proferite dai “soliti noti”, ma da chi ha detto a chiare lettere che vuole, anzi pretende certezze, perché, sempre ricorrendo al linguaggio parlato: sulla pelle della “gente non si scherza” specialmente se questa non sa come pagare le cure che nel Molise sono come il miraggio che è reale anzi dannoso.
Massimo Dalla Torre