L’Italia è sempre meno una repubblica fondata sul lavoro, la nostra Costituzione, la più bella del mondo, oggi fatica a raccontare quello che il paese è e non solo quel che dovrebbe essere.
Il Governo confonde la questione salariale con il cuneo fiscale, se aumentassero le retribuzioni, che sono la fonte di reddito meno adatta ad evadere, avremmo contemporaneamente meno problemi di povertà sociale e più entrate per il fisco.
Contratti non rinnovati da anni, oltre tre milioni di lavoratori senza copertura contrattuale.
La magistratura ha cominciato ad emanare sentenze sull’equa retribuzione prevista in Costituzione.
La piazza Landini-Bombardieri ha occupato uno spazio politico, non si capisce con quale finalità e non è chiaro per fare cosa, e insieme a chi.
I palloncini lanciati in aria per protesta se li sono portati via il vento, finendo per inquinare l’ambiente.
Il governo nella persona del ministro competente, ha precettato i lavoratori dei trasporti dimostrando di avere la forza per farlo ma anche la debolezza di chi ha bisogno di queste sceneggiate per impapocchiare una capacità di guida del paese che, nei fatti, non c’è.
La commissione di garanzia, istituita quando si pensava che sarebbe stata affidata sempre a professori illuminati sul modello di Gino Giugni, ha fatto rilievi sostanziali: non voglio malignare che si sia auto degradata a giurista al servizio del principe..
La Cisl si è estraniata dalla lotta rompendo una unità sindacale ed è diventata un sindacato collaterale alla destra.
Il sindacato è diviso, senza proposte, senza alcuna dialettica utile, e senza vere idee sulle eventuali fondamenta di una nuova unità che metta al centro il lavoro e le esigenze reali dei lavoratori e non dalla politica sindacale del momento, per questo sarà un’unità inutile anche quando i tre segretari generale torneranno a farsi fotografare assieme e rivendicheranno la maggiore rappresentatività.
Lo sciopero generale viene contestato anche da una parte della società come illegittimo, e non ha sciolto i dubbi di un’altra parte della società, minoritaria ma importante, che lo difende come strumento legittimo anche se ha l’impressione che sia poco adeguato a risolvere i problemi che solleva.
Lo sciopero con manifestazione diventa una forma di lotta sempre meno generale, una gita fuori porta di pensionati privilegiati, una ginnastica di contestazione per tenersi in forma praticata da alcuni settori.
Il bilancio di questi giorni è una sconfitta per tutti, un fallimento più generale di qualsiasi sciopero mal riuscito.
Alfredo Magnifico