Via libera in Senato alla delega per il nuovo codice degli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali: rafforzata certezza sulla esecuzione delle opere insieme a trasparenza e pubblicità delle procedure di gara con la valorizzazzione della fase progettuale, eliminato il massimo ribasso, introdotte clausole sociali per garantire continuità occupazionale e previsto il coinvolgimento delle popolazioni dei territori interessati da opere infrastrutturali impattanti.
” Finalmente diventa legge il ddl appalti che oggi ho votato con convinzione al Senato.ll ddl, oltre a delegare il governo ad attuare tre direttive Ue, prevede la redazione di un nuovo codice degli appalti pubblici e delle concessioni con la conseguente abrogazione delle attuali disposizioni. I criteri della delega puntano alla razionalizzazione e semplificazione del quadro normativo e dei procedimenti con il rafforzamento della trasparenza e pubblicità delle procedure di gara insieme alla verificabilità dei flussi finanziari.
Nel suo nuovo ruolo, Anac elaborerà contratti-tipo e bandi-tipo anche dotati di efficacia vincolante.
Altra novità è il previsto superamento della legge obiettivo e l’introduzione di clausole sociali, per cui le aziende pubbliche e private che decideranno i cambi di appalto, ovviamente con regolare bando, dovranno comunicare la decisione preventivamente alle organizzazioni sindacali: per le lavoratrici e i lavoratori una garanzia senza precedenti della continuita’ occupazionale in caso di cambio d’appalto, in settori come quello dei call center e degli altri oggetto di tante vertenze che ci impegnano e impegnano i lavoratori soprattutto nel Mezzogiorno.
Viene inoltre prevista la razionalizzazione ed estensione delle forme di partenariato pubblico privato; il miglioramento delle condizioni di accesso per le pmi e le imprese di nuova costituzione;
la sostituzione del criterio del massimo ribasso con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e la previsione di forme di dibattito pubblico nei territori interessati da opere infrastrutturali che hanno impatto sull’ambiente.
Altra novità è il previsto superamento della legge obiettivo e l’introduzione di clausole sociali, per cui le aziende pubbliche e private che decideranno i cambi di appalto, ovviamente con regolare bando, dovranno comunicare la decisione preventivamente alle organizzazioni sindacali: per le lavoratrici e i lavoratori una garanzia senza precedenti della continuita’ occupazionale in caso di cambio d’appalto, in settori come quello dei call center e degli altri oggetto di tante vertenze che ci impegnano e impegnano i lavoratori soprattutto nel Mezzogiorno.
Il provvedimento punta ancora alla valorizzazione della fase progettuale con il contestuale contenimento delle varianti in corso d’opera. Viene inoltre previsto l’affidamento delle concessioni mediante procedura ad evidenza pubblica, con una disciplina transitoria per le concessioni autostradali; la previsione di una disciplina ad hoc per i contratti di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria. Infine, per le concessioni di lavori e servizi pubblici l’obbligo di affidamento con gara riguarda l’80 per cento, per il 20 per cento vi è la possibilità dell’affidamento in house.
Ho apprezzato il Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, che si è impegnato a varare tutte le norme delega entro la scadenza del 18 aprile, fissata nel ddl solo per l’attuazione delle direttive Ue.
In definitiva si tratta di una normativa piu’ chiara e snella, che risponde alle richieste di certezza sulla esecuzione delle opere e di semplificazione avanzate dall’Unione Europea senza mettere da parte la necessita’ di stazioni appaltanti meno numerose e pienamente trasparenti.
Una riforma che consentira’ di contrastare i meccanismi illegali, grazie anche alla possibilita’ di migliorarla costantemente con l’apporto dell’Autorita’ Anticorruzione, e di assicurare uno svolgimento delle gare che valorizzi fin da subito la fase progettuale come snodo fondamentale della buona esecuzione finale delle opere”.
Sen. Roberto Ruta