Ho deciso di presentare in Senato il ddl “Nuove norme in materia di reati agroalimentari” così come elaborato dalla commissione presieduta da Giancarlo Caselli perché i cittadini reclamano una incisiva regolamentazione a tutela dei consumatori e della salute pubblica. Il 21 aprile dello scorso anno, infatti, il Ministero della Giustizia ha istituito presso l’Ufficio legislativo del medesimo Ministero, su proposta del Guardasigilli Andrea Orlando, la Commissione di studio per l’elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare, un fenomeno sempre più diffuso che mina l’eccellenza del made in Italy nel settore enogastronomico e favorisce l’infiltrazione di organizzazioni criminali. La proposta conclusiva della commissione di studio è stata consegnata il 14 ottobre 2015 al Ministro Orlando.
Ad oggi il Governo, che ha aperto una opportuna fase di confronto con tutti gli stakeholder insieme al presidente Caselli, tuttavia non ha ancora avanzato la proposta finale.
Per questa ragione, giunti a febbraio 2016, ritengo doveroso depositare il presente disegno di legge per consentire l’esame da parte del Parlamento della proposta Caselli, riportando fedelmente il contenuto normativo così come elaborato dalla Commissione di studio, di cui hanno fatto parte tra gli altri insigni giuristi tra cui magistrati, professori universitari ed avvocati.
Aperta ad ogni modifica che verrà ritenuta migliorativa, è necessario dotare l’ordinamento giuridico italiano in tempi brevi e superando le resistenze di contro interessati, di una riforma che tuteli in modo più incisivo i beni per il nostro sostentamento quotidiano come l’acqua o gli alimenti.
La proposta è composta da 49 articoli e introduce una serie di nuovi reati come il disastro sanitario che punisce avvelenamento, contaminazione o corruzione di acque o sostanze alimentari con possibile diffusione di pericoli per l’utente, e l’omesso ritiro di sostanze alimentari pericolose dal mercato, quando ciò possa arrecare lesioni gravi o morte e quando da tali condotte possa scaturire il pericolo di situazioni analoghe che mettano in pericolo la salute pubblica.
Inoltre è previsto il nuovo reato di agropirateria che punisce la vendita di prodotti alimentari accompagnati da falsi segni distintivi o da marchi di qualità, Dop e Ogp, contraffatti e prevede delle aggravanti in caso di falsi documenti di trasporto o di simulazione del metodo di produzione biologica.
Da segnalare che l’articolo 31 della riforma mira a estendere casi di responsabilità amministrativa anche alle persone giuridiche come strumento di prevenzione dei reati alimentari, prevedendo nel contempo modelli di organizzazione delle imprese che facilitino l’adempimento degli obblighi relativi.
Fulcro della riforma, come commentato dallo stesso Caselli, è la tutela dei prodotti alimentari imperniata sulla figura del consumatore finale.
Prevista la sanzione per la frode nei confronti del destinatario ultimo del prodotto, tenendo anche conto del maggior valore che ha progressivamente assunto l’identità del cibo nella cultura dei territori, delle comunità locali e dei piccoli produttori. Identità che definisce ormai il patrimonio agroalimentare.
Prospettiva ultima della proposta di riforma, come ha evidenziato Caselli, è arrivare a un’etichetta narrante comprensibile e trasparente, che faccia capire ai consumatori cosa c’è davvero dentro quello che ci viene venduto come cibo o come bevanda.
Sen. Roberto Ruta