Una battaglia vinta, durata quattro anni, che ho portato avanti con emendamenti e proposte di legge, per tutelare consumatori e produttori del Made in Italy. Dal 19 aprile 2017 in Italia diventa obbligatorio, nelle etichette di tutte le confezioni dei prodotti lattiero-caseari, l’indicazione chiara, visibile e facilmente leggibile, del nome del Paese in cui è stato munto il latte e quello in cui è stato trasformato, in sostanza l’ origine della materia prima e il luogo di trasformazione dei prodotti derivati.
Il consumatore potrà scegliere consapevolmente i prodotti conoscendo, senza più inganni, la provenienza di latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini.
Il provvedimento diventa operativo da domani dopo aver completato il suo iter in Europa e in Italia, prevedendo che, solo nel caso in cui il latte utilizzato come ingrediente sia stato munto, confezionato e trasformato in Italia, l’indicazione di origine può essere assolta con la dicitura “ORIGINE DEL LATTE : ITALIA”.
Negli altri casi l’etichetta dovrà contenere la dicitura di latte munto in Paesi UE o latte trasformato in Paesi UE e, ancora, se munto o trasformato fuori dall’Europa l’indicazione esplicita di prodotto in Paesi NON UE.
Inoltre lo scorso 17 marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato ed inviato alle commissioni agricoltura di Camera e Senato per il relativo parere, lo schema di decreto attuativo della legge delega approvata dal Parlamento, che reintroduce l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione o confezionamento, in etichetta, per tutti i cibi e i prodotti dell’ agroalimentare.
Tale obbligo era stato abrogato dalla normativa europea e reintrodotto in Senato dopo l’ accoglimento dell’emendamento che ho presentato in Aula, sottoscritto da oltre cento senatori di tutti i gruppi, convincendo il Governo ad assecondare la volontà forte, così espressa, di assicurare sia massima informazione ai cittadini sugli alimenti che consumano, sia piena valorizzazione al lavoro di qualità di migliaia di aziende italiane che rendono il made in Italy famoso ed appetibile nel mondo.
E’ il risultato con cui si materializza ” l’etichetta narrante ” , unico strumento idoneo a garantire che il rapporto tra allevatori, produttori e consumatori sia fondato su trasparenza, sicurezza e fiducia.
Una battaglia vinta, durata quattro anni, portata avanti in commissione agricoltura con emendamenti e proposte di legge, per tutelare consumatori e produttori del Made in Italy: il nostro Paese, è bene ricordarlo, ha infatti il primato in Europa per incisività e qualità dei controlli sui prodotti agroalimentari e, anche per questa ragione, tanti produttori non italiani tentano di spacciare per italiani prodotti provenienti da altri paesi, spesso con livelli molto più bassi di sicurezza e con controlli molto meno efficaci.
In questo percorso difficile e che ad inizio legislatura faceva registrare queste mie posizioni come di minoranza, hanno trovato piena corrisponrenza con le posizioni di alcune importanti associazioni di categoria del mondo agricolo e delle associazioni di consumatori a cui va riconosciuto il merito pieno della battaglia svolta e che hanno consentito di superare l’ostruzionismo molto forte di potenti gruppi e categorie controinteressati.
Anche per queste ragioni, la vittoria finale per la tutela dell’interesse collettivo, e’ancora piu’ entusiasmante.
Sen. Roberto Ruta