Dopo trenta giorni di conferenze stampe e comunicati che siamo stati costretti a mettere in campo per tentare di garantire il mantenimento dell’Ospedale Cardarelli come Dea di secondo livello, il Presidente Frattura ci rende edotti che nella conferenza stato regioni, in commissione salute, ha posto il problema che riguarda la presenza di un Dea di II livello per la sanità molisana: apprezziamo la convergenza sulla nostra posizione e siamo pronti, come sempre, a lavorare per giungere alla soluzione della questione che è stata almeno posta. Meglio tardi che mai, sempre che il percorso intrapreso per il prossimo patto per la salute, sia tempestivo e non trovi già realizzati i tagli in virtù del Decreto Balduzzi, del cui regolamento attuativo il 5 agosto scorso in fase di approvazione da parte della conferenza stato regioni, il Presidente Frattura avrebbe potuto chiedere l’apposita deroga per almeno un Dea di secondo livello per ogni regione, salvaguardando il sistema sanitario del Molise.
Significativa la sequenza temporale di alcune dichiarazioni pubbliche rese:
Il 16 marzo 2015 abbiamo scritto:
“Siamo a chiederTi senza indugi di ottenere immediato incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri per :
A) individuare la deroga, anche con apposita normativa utile per il Molise, per prevedere almeno un Dea di secondo livello per ogni regione;
o alternativamente
B) l’immediata attivazione con l’affiancamento del Governo e dell’Università del Molise, della procedura di clinicizzazione del Cardarelli di Campobasso attraverso l’istituzione di una Azienda Ospedaliero-Universitaria, autonoma e indipendente dall’ASREM, con le specialità simili a un Dea di secondo livello, lasciando l’ospedale di Termoli e di Isernia come oggi sono, di primo livello senza doverli declassare a Ospedali di base: in tal caso senza chiedere alcuna deroga in quanto già prevista come ipotesi nel decreto Balduzzi.”.
Il 17 marzo 2015 il Presidente Frattura rispondeva: “Avremmo potuto esprimerci negativamente sul decreto Balduzzi e chiedere la deroga Molise se fossimo stati come la Basilicata, ossia una regione virtuosa che a proprie spese incrementa i costi per l’attivazione di specialità. La richiesta di deroga si potrà fare solo quando avremo dimostrato la qualità della nostra offerta sanitaria con i conti in ordine.
È pretestuoso sostenere il Dea di II livello quando ciò che dobbiamo assicurare ai cittadini è mantenere e qualificare quello che oggi è già offerto dalla nostra rete ospedaliera regionale. Noi stiamo difendendo le specialità già attive al Cardarelli. Come? Facendo del principale ospedale regionale il punto centrale di una rete che impegna e raccorda tutte le diverse competenze degli altri centri ospedalieri. In questo senso leggiamo la tua proposta e la rilanciamo con l’idea di creare un’azienda di “committenza” territoriale che includa tutto il territorio regionale e un’azienda di “produzione” integrata ospedaliero-universitaria, sede dei corsi di laurea di medicina e delle professioni sanitarie con i reparti clinicizzati così da garantire il percorso didattico agli studenti e con esso le specialità propedeutiche alla formazione clinica dell’ordinamento dei corsi di laurea
Il 16 aprile 2015 ancora il Presidente Frattura:
“In commissione salute – spiega il presidente Frattura –, abbiamo posto il problema che riguarda la nostra Regione, sottolineandone gli aspetti esclusivi anche in termini demografici, così da consentire comunque nelle Regioni con popolazione inferiore ai 600 mila abitanti la presenza di un Dea di II livello, ovvero, il mantenimento in capo all’Hub regionale delle discipline previste con soglia superiore ai 300 mila abitanti, riferibili a patologie tempo dipendenti, per le quali il superamento del limite temporale di novanta minuti renderebbe sostanzialmente inutile l’intervento in emergenza. Ancora nella stessa proposta abbiamo chiesto, per quanto attiene i punti nascita, introdurre la possibilità di considerare, in alternativa al mero criterio del numero di parti/anno, anche quello relativo alla natalità per area. La nostra richiesta è stata recepita nel verbale della Conferenza delle Regioni”.
“Un passaggio importante – conclude Paolo Frattura –, che ci mette nelle condizioni di riaffrontare tali problematiche in sede di ridefinizione del Patto per la salute”