Ritengo utile rendere noto il documento che ho sottoscritto, specificando che avrei voluto nella legge delega, come deciso dalla direzione del PD, che venisse specificato che l’art.18 rimanesse operante sia per il reintegro per atti discriminatori, ma anche per i procedimenti disciplinari nel caso in cui venga accertato che il lavoratore non si sia macchiato di alcuna colpa. Perché potrebbe accadere che si viene licenziati, poi ritenuti non colpevoli e però intanto non reintegrati.
Per il resto l’emendamento del governo al Job Act mi convince perché accoglie le richieste avanzate ed in particolare:
1) il superamento delle forme di assunzione precarie;
2) la scelta di dare centralità al lavoro a tempo indeterminato, rendendolo più conveniente rispetto alle altre tipologie contrattuali;
3) la decisione per cui l’eventuale cambiamento delle mansioni debba tutelare anche la condizione economica dei lavoratori;
4) la limitazione dell’uso dei voucher, al fine di evitare l’aumento esponenziale di nuovo lavoro precario.
Specifico inoltre, e non secondariamente, di non appartenere né alla maggioranza né alla minoranza, mi considero con orgoglio semplicemente un senatore del partito democratico e valuto e prospetto le soluzioni ai temi come quello del lavoro che rappresenta la questione italiana e del Mezzogiorno: l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori va riscritto ma per me è un tema caro, che va utilizzato e non svenduto perché è una conquista di libertà e dignità dei lavoratori a tempo indeterminato nelle aziende con più di quindici dipendenti.
Sen. Roberto Ruta