Riorganizzazione del Sistema Sanitario Regionale, l’intervento di Angelo Cristofaro

Angelo Cristofaro, ex vice presidente della Provincia di Campobasso e autorevole esponente del PD Molisano interviene in merito alla riorganizzazione del Sistema Sanitario Regionale.
Sono sorpreso da alcune esternazioni dei vari Forum e Comitati.  La cosa che più mi addolora è ascoltare slogan e espressioni demagogiche, prive di qualunque fondamento, che nascondono solo il desiderio di difendere posizioni e privilegi.  Nel giorno del Giubileo della Sanità abbiamo assistito ad una delle peggiori pagine della storia di questa regione: poche decine di persone hanno duramente attaccato il nostro Vescovo, Padre GianCarlo Bregantini, esponendo cartelli con insulti e falsità. Un gesto quasi terroristico che ha profanato una manifestazione religiosa.

Ho grande stima per molti operatori degli Ospedali del territorio, che si dedicano con abnegazione alla cura dei pazienti. Gli esponenti dei vari forum e comitati sono solo una “minoranza rumorosa”.  L’altro giorno in Consiglio Regionale c’erano solo qualche decina di manifestanti, che difendevano se stessi.

Non è possibile continuare a modellare il sistema sanitario per i medici, bisogna costruire una sanità a misura di paziente!  Ai cittadini interessa essere curati bene, che la sanità sia pubblica o privata poco importa. C’è però un dato da considerare: le strutture cosiddette private fanno qualità e costano meno. I dati resi noti dalla Regione parlano chiaro, nessuno li ha finora contestati.   Non è vero che la sanità deve necessariamente produrre perdite, è possibile conciliare la qualità con l’efficienza economica, se ci riescono le strutture convenzionate perché il “pubblico” non è in grado di farlo? E’ arrivato il momento di cambiare rotta!

Oltre il 75% dei pazienti del Neuromed arriva da fuori regione perché trova la qualità! Stesso discorso per la Cattolica che ha una mobilità attiva di quasi il 50%. Queste strutture fanno guadagnare al Molise, anche per il cosiddetto” indotto”: le attività economiche che ruotano intorno alla permanenza di un numero così rilevante di persone nella nostra regione. Se queste strutture fossero costrette a ridurre, o addirittura cessare, la loro attività non ci sarebbe alcun risparmio, ma un’ulteriore perdita per il bilancio regionale: i pazienti sarebbero costretti a curarsi in ospedali extra regionali con evidenti disagi e con un costo maggiore per il sistema sanitario molisano.

La Sanità accreditata incide sul bilancio regionale meno del 10%.  Questo dato reso noto dalla Regione, prende in considerazione la reale spesa per i cittadini molisani, che risulta inferiore a tutte le altre regioni italiane, comprese quelle del nord come Toscana, Emilia e Lombardia.

Sono favorevole all’integrazione delle strutture d’eccellenza con il sistema pubblico.  Nella rete dell’emergenza neurologica il Neuromed dovrà avere un ruolo centrale. Stesso discorso per la Cattolica di Campobasso il cui processo di integrazione con il Cardarelli garantirebbe un risparmio di diversi milioni di euro e un significativo miglioramento delle cure. La presenza delle Unità operative di Cardiologia e Oncologia alla Cattolica è fondamentale: in un unico Centro sarà garantito un percorso assistenziale completo per la cura dei “mali del secolo”.

Quindi manifesto piena condivisione per il Piano Sanitario presentato dal Commissario/Presidente Frattura, (una riforma che aspettiamo da oltre 30 anni) e auspico che tutte le istituzioni molisane, di ogni ordine e grado, manifestino palesemente il loro sostegno a questa importante riforma della sanità molisana, che garantisce anche gli attuali livelli occupazioni. Dato da non sottovalutare in una regione che vive così profondamente il dramma della mancanza di lavoro.

Il campanilismo è uno dei mali principali di questa nostra bellissima terra, soprattutto quando si parla di salute è necessario superare steccati e visioni particolaristiche e territorialistiche. Non è il numero degli ospedali che fa la qualità, ma un sistema sanitario integrato con il territorio. Siamo una regione numericamente irrilevante nel panorama nazionale, rischiamo di perdere la nostra autonomia ed essere smembrati in diverse macro aree. Per difenderci dobbiamo essere uniti !!! Quindi invito tutti, Parlamentari, rappresentati degli Enti locali, associazioni, sindacati, comitati, forum, movimenti etc. etc. a “sotterrare l’ascia di guerra” e ad impegnarsi per il bene comune della nostra meravigliosa terra. ALTRIMENTI QUESTA REGIONE NON HA RAGIONE DI ESISTERE!

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