I disegni costituzionali di riordino dello Stato sono stati approvati in prima lettura al Senato da tutte le forze politiche ad eccezione del Movimento 5 Stelle, SEL e Lega Nord. In generale, sui provvedimenti di riforma varati dal Parlamento o in via di approntamento si registrano larghe convergenze politiche nel solco della consapevole necessità che l’Italia è obbligata a cambiare per uscire dalla palude, dalla stagnazione economica e dalla crisi sociale.
In un simile contesto, il PD del Molise, presente in Parlamento con due Deputati ed un Senatore che sostengono il Governo, non può arroccarsi nella difesa dello status quo con un’impostazione strategica opposta a quella perseguita a livello nazionale.
Un conto è elaborare una posizione di merito a tutela del Molise, chiedendo il superamento del commissariamento della sanità, il riconoscimento dell’Area di Crisi, il mantenimento della Corte d’Appello e un Piano Nazionale a sostegno delle aree interne, marginali e svantaggiate, con misure di salvaguardia specifiche per le scuole, il lavoro, l’ambiente, la viabilità, l’artigianato e l’assistenza sociale.
Altra cosa è contrastare frontalmente ogni disegno riformatore cullandosi nell’illusione di poter conservare l’attuale struttura amministrativa sul territorio come se l’Unione Europea non fosse attraversata da una gelata dei consumi, da una crescita zero, dalla deflazione e da prospettive poco rosee se solo si pensa al crollo delle esportazioni verso la Russia e dei contraccolpi che si avranno nell’approvvigionamento di gas e petrolio da un Medio – Oriente in guerra e da una instabilità dell’Ucraina che farà sentire i propri effetti anche sul costo della benzina.
Non comprendere che i cinesi sono diventati gli azionisti di riferimento delle principali banche, assicurazioni e aziende italiane, nel mentre gli arabi hanno comprato Alitalia e la produzione industriale non riparte, è un errore grave.
L’Italia ha bisogno delle riforme non perché ce le impone l’Europa, ma per rilanciare un nuovo e più efficiente modello di sviluppo. Attardarsi in una guerriglia quotidiana che mira a bloccare ogni progetto riformatore è una pratica politica che non appartiene culturalmente al PD.
Per questa ragione, auspico che prima della riunione del Consiglio Regionale del 27 agosto, il PD puntualizzi il proprio impegno di merito in difesa della Corte d’Appello di Campobasso, ma di appoggio e sostegno generale al disegno riformatore del Governo, rivendicandone con orgoglio la necessità e nella consapevolezza che anche in regione occorre rilanciare con urgenza un progetto di riordino e di cambiamento teso a orientare le scelte prioritarie verso le imprese, il lavoro e le attività produttive.