“Unificare la governance dei Consorzi Industriali, centralizzare i servizi creando le migliori condizioni di insediamento”, questo si leggeva a pagina 7 delle linee programmatiche presentate dal Presidente Frattura in Consiglio regionale.
Era il 7 maggio del 2013, da allora sono passati quattro anni e di questo progetto di riforma si sono letteralmente perse le tracce; una necessità che anche il precedente Governo regionale di Centrodestra aveva avvertita come necessaria alla luce di una situazione di estrema difficoltà economica in cui si trovano tutt’oggi gli stessi consorzi, e difatti con la deliberazione n. 707 del 5 novembre 2012 si approvò un progetto di riforma legislativo, iter non concluso a causa dell’interruzione di quella legislatura.
Progetto di legge che abbiamo ripresentato in Consiglio regionale il 19 giugno del 2013, proposta che in quanto pervenuta dalla minoranza è stata riposta in un cassetto in attesa del disegno voluto dall’attuale Governo regionale, presentato il 22 novembre 2013. I due testi sono stati analizzati e sviscerati in Prima commissione dando vita ad un testo unificato, che avrebbe dovuto segnare la nascita dell’Arsap.
Di quel documento, giunto finalmente in Consiglio regionale il 2 febbraio 2016 e immediatamente rinviato su richiesta approvata solamente dal Centrosinistra, non abbiamo avuto modo di sapere più nulla; questo perché, con la solita superficialità, non si erano giustamente attenzionati alcuni profili di incostituzionalità sui quali noi avevamo chiesto un necessario approfondimento, visti gli indirizzi stabiliti dalla legge n. 317/1991, “i consorzi di sviluppo industriale, costituiti ai sensi della vigente legislazione nazionale e regionale, sono enti pubblici economici. Spetta alle regioni soltanto il controllo sui piani economici e finanziari dei consorzi”.
E intanto cosa succede? Che il Consorzio Industriale di Isernia-Venafro provvede a rieleggere il Consiglio Generale, il Presidente dell’Ente e il Comitato Direttivo, e il progetto di riforma, ci chiediamo, che fine ha fatto?
Ricordiamo che parliamo di un testo sul quale già si è espressa la commissione consiliare e sul quale, dopo tutto questo tempo, il Consiglio regionale ha il diritto di esprimersi in maniera definitiva.
Se si è deciso di intraprendere una nuova strada, il Presidente Frattura e la sua Giunta devono chiarirlo perché le difficoltà del momento sono sotto gli occhi di tutti, e questo riforma per noi non è più procrastinabile e risulta necessaria per programmare un rilancio territoriale economico-produttivo sostenibile; per quanto tempo ancora si vuole rallentare il rilancio dello sviluppo produttivo molisano a scapito delle imprese e dei lavoratori coinvolti?
Angela Fusco Perrella
Michele Iorio
Nicola Cavaliere
Giuseppe Sabusco