Sono passati solo pochi giorni dalla diffusione della notizia, del tutto eclatante, del possibile interramento di rifiuti tossici nella zona dell’Isernino, contenuta nella deposizione del pentito di camorra Schiavone, desecretata dopo ben sedici anni. Per taluni “segreto di pulcinella”, per altri fulmine a ciel sereno, la notizia ha provocato una giusta indignazione nell’opinione e pubblica e una pronta reazione delle istituzioni, almeno stando alle dichiarazioni pubbliche. «Non ho problemi a affermare che le operazioni portate avanti per decenni nel casertano e, sembra, anche nella nostra provincia siano un vero e proprio delitto, paragonabile per gravità ai crimini nazisti» esordisce senza mezzi termini Candido Paglione, coordinatore regionale SEL Molise.
«Hanno avvelenato i terreni più fertili del pianeta, hanno condannato intere generazioni a vivere con il terrore di nutrirsi quotidianamente con cibi avvelenati e hanno compromesso la possibilità di uno sviluppo imperniato sulla qualità dell’ambiente, che è l’unica vera carta per il futuro delle nostre zone. Il tutto con il terrificante sospetto di aver agito con il disinteresse, o in certi casi la copertura, di talune istituzioni, stando a quanto dichiarato dallo stesso Schiavone.
Adesso – conclude Paglione – non c’è altro da fare che intervenire subito: bene ha fatto la Regione Molise a istituire una task force, ma io dico che bisogna produrre il massimo sforzo possibile per affrontare e risolvere il problema. Chiamiamo i migliori esperti, facciamo tutte le verifiche possibili e fughiamo ogni dubbio. In gioco c’è il futuro dei nostri figli e della nostra terra».