Rifiuti. Operazione Blak Land, custodia cautelare per 14 persone. Interessato anche il Molise

carabE’ stata eseguita un’operazione interforze che ha coinvolto piu di 150 investigatori del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia, del Nucleo Operativo Ecologico di Bari del Comando Carabinieri Tutela per l’Ambiente e della Direzione Investigativa Antimalia di Bari, che costituisce l’esito di una complessa ed articolata operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, convenzionalmente denominata “BLACK LAND” che ha interessato le province di Foggia, Barletta, Andria, Trani, Avellino, Caserta, Salerno, Beneverito, Potenza e Campobasso.

Nel corso dell’operaziorie é stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattordici persone, ritenute a vario titolo, responsabili del reato ex art. 260 D. L. vo 152/2006 (attivita organizzate per il traffico illecito di rifiuti) oltre al sequestro di aziende, stabilimenti, automezzi pesanti, discariche abusive per un valore totale di euro 25.000.000/00 (venticinquemilioni), sia in relazione al reato ambientale che agli illeciti amministrativi conseguenti previsti per gli enti. Per la Dda, i rifiuti erano prodotti in diversi Comuni della province di Salerno e di Caserta: la frazione umida, dopo una sosta in impianti di compostaggio campani, veniva tombata in un enorme cratere ad Ordona, nel Foggiano. Ma almeno 12.000 tonnellate di frazione secca sarebbero state dispersetra Puglia, Basilicata, Molise e Campania.

L’indagine, iniziata nel marzo 2013, si è servita di sofisticati programmi informatici di monitoraggio ambientale del territorio, di intercettazioni telefoniche, rilevazioni satellitari, servizi di osservazione (con videoriprese effettuate a distanza mediante telecamere ad infrarossi), acquisizioni documentali e consulenze ambientali.

Il nominativo di uno degli arrestati risulterebbe presente nella lista consegnata in data 7 ottobre 1997 dal collaboratore di giustizia Carmine Schiavone alla “Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti”, come titolare di un’impresa coinvolta nelle dinamiche della cosiddetta ecomafia campana.

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