Ancora una volta chiacchiere, che si aggiungono a quelle dette in precedenza sulla ricostruzione post-sisma. Gli Accordi di Programma di cui parla Paolo Frattura non sono altro che un atto ordinario, dovuto e indispensabile (nulla di straordinario, dunque) per poter spendere i 346 milioni di euro che il mio governo regionale ha ottenuto con la delibera Cipe 62/2011. Quella stessa delibera che, in altri tempi, qualcuno credeva essere inesistente e che, invece, oggi serve all’attuale governatore per annunciare risultati di cui si vanta inutilmente. Il vero, unico problema della ricostruzione molisana è che da molti mesi è ferma. Ed è ferma sicuramente non per colpe a me imputabili. Utili, ma assolutamente insufficienti, sono i 15 più 5 milioni di euro che il governo ha svincolato dal patto di stabilità.
Ciò vuol dire, in sostanza, che – ad oggi – solo e soltanto 20 milioni di euro (15 per il 2013, 5 per il 2014) possono realmente essere spesi. E neanche per la ricostruzione, poiché sono somme da destinare – anche velocemente – alle aziende e alle imprese che negli anni scorsi hanno lavorato ai cantieri e che ancora non vedono ristoro. Per accelerare il processo della ricostruzione e chiuderla entro il 2018 – cosa assolutamente possibile se ci dedicasse con più attenzione – occorre che Frattura ottenga dal governo nazionale l’autorizzazione a poter spendere – immediatamente – l’intera somma destinata – per legge – al Molise, così come accaduto in altre realtà interessate da eventi calamitosi. Le ‘gentili concessioni’ che il governo nazionale fa alla nostra regione servono a ben poco: somme autorizzate col contagocce! Se si dovesse procedere così – svincolando 15 milioni di euro all’anno – la ricostruzione terminerà tra 20 anni. Consiglio a Frattura – lo sto facendo da tempi non sospetti – di chiedere l’apertura di un tavolo nazionale urgentissimo per ottenere l’autorizzazione a spendere tutti i 346 milioni di euro, attribuiti al Molise – voglio sottolinearlo – per legge e non per gentile concessione. Tavolo che serva a far comprendere che alla nostra regione, attraverso la delibera Cipe, è stato riconosciuto un diritto. L’atto di oggi, annunciato da Frattura, rientra nella normale amministrazione e nella sfera degli atti burocratici necessari e dovuti per dare continuità al lavoro che il mio governo regionale ha svolto in precedenza. Nulla di nuovo, nulla di straordinario, nulla di cui vantarsi: come sempre, d’altronde.
Michele Iorio