“Il nostro impegno in Commissione Agricoltura non è soltanto profuso per temi cari al territorio molisano come Zuccherificio, pesca produttiva e la filiera agro-industriale, ma riguarda anche l’ortofrutta e specie in basso Molise sono centinaia le aziende che ne facevano un fiore all’occhiello del comparto, tanto da far atterrare negli anni anche importanti realtà di trasformazione”. Introduce così l’onorevole molisana del Pd Laura Venittelli l’iniziativa assunta lunedì scorso con la Risoluzione presentata nella seduta n. 268 della legislatura.
“Assieme ai colleghi parlamentari Taricco (primo firmatario), Oliverio, Covello, Anzaldi, Terrosi, Zanin e Antezza abbiamo voluto chiedere al governo di impegnarsi a svolgere ogni azione utile ad affrontare la situazione di crisi per intervenire a favore dei produttori di pesche, nettarine e susine, chiedendo all’Unione europea di destinare risorse straordinarie. Ma non solo. Intendiamo sollecitare il governo a richiedere alla Commissione europea il riconoscimento di «grave turbativa di mercato» ai sensi dell’articolo 219 del Regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 al fine di adottare misure tempestive di ritiro del prodotto di calibro più piccolo e di minor qualità e di salvare almeno le produzioni medio-tardive. Infine, ad attivarsi per fornire, in tempi brevi, i dati e gli elementi di analisi necessari per consentire alla Commissione Europea di avere un quadro chiaro e definito delle cause e degli effetti del calo dei prezzi e di mettere rapidamente in campo le misure di sostegno necessarie”.
La risoluzione trae origine dalle cinque crisi subite negli ultimi anni dal comparto frutticolo, che hanno avuto pesanti conseguenze sia sull’indotto che sull’occupazione diretta.
“Anche quest’anno, a un mese e mezzo dall’avvio della campagna di commercializzazione della frutta estiva – precisa la risoluzione – la situazione dei mercati frutticoli nazionali sta evidenziando un quadro di forte difficoltà con particolare riguardo alle pesche e alle nettarine le quotazioni in queste settimane (dati Ismea) hanno segnalato in Italia ed in Europa, un vero e proprio crollo dei prezzi, causato dal sovrapporsi delle raccolte italiane con quelle di altre aree europee (soprattutto greca e spagnola), oltre che dall’andamento climatico sfavorevole che ha depresso i consumi sul mercato interno, ma soprattutto sui mercati di destinazione del Nord-Europa; si tratta di una concomitanza di fattori negativi legati alla riduzione del potere d’acquisto dei consumatori, all’andamento climatico non favorevole e, in parte, all’intrinseca natura del prodotto, facilmente deperibile e, quindi, con un ridotto tempo di commercializzazione; in base ai dati Ismea i prezzi delle pesche, all’origine, sono crollati mediamente intorno ai 40 centesimi al chilo, un 30 per cento in meno in rapporto al 2013, e quasi il 15 per cento in meno rispetto agli ultimi tre anni, una situazione che incide su tutta la filiera; ancora peggiore l’andamento dei prezzi all’origine delle nettarine, scesi in alcuni casi anche a 0,40 euro/kg all’origine e a 0,50 euro/kg franco magazzino di confezionamento, con riduzioni anche del 40 per cento sul 2013”.