La giornata di manifestazione e riflessione organizzata dall’ACEM lo scorso 21 marzo ha riportato al centro del dibattito la gravissima situazione di crisi del comparto edilizio e conseguentemente di tutto l’indotto, un grido d’allarme, l’ennesimo, che abbiamo raccolto presentando la richiesta di convocazione di un Consiglio regionale monotematico per affrontare in maniera organica e precisa le difficoltà dell’edilizia molisana.
Un settore che ha pagato a caro prezzo le conseguenze di una crisi largamente diffusa anche a livello nazionale, come peraltro testimoniato anche dall’ultimo rapporto di Movimprese del febbraio 2016 che ha evidenziato come nel settore delle costruzioni ci sia stato nel 2015 un saldo fortemente negativo, nello specifico sono venute a mancare 6.055 imprese in tutto il territorio nazionale.
Venendo al caso del Molise, sempre in base ai dati diffusi da Movimprese, a fronte di 4.191 imprese registrate quelle attive sono 3.811 (erano 4.035 nel primo trimestre del 2013), così ripartite: 1.571 nella sezione della costruzioni di edifici, 82 nell’ingegneria civile e 2.158 nel lavori di costruzione specializzati; 301 le imprese cessate, solo 171 quelle iscritte. Ricordiamo anche le 12 procedure fallimentari aperte nel 2015, il 71,40% in più rispetto al 2014, per un tasso di fallimento del 2,9%.
Da questi numeri si evincono bene le difficoltà di un settore al collasso, che in Molise ha perso più cinque mila posti di lavoro e che avrebbe richiesto un intervento forte da parte della Regione, anche perché entrambe le tematiche, ossia quella dei lavori pubblici e dell’urbanistica, sono strettamente collegate al tema occupazionale incredibilmente sparito dall’agenda politica di questa Giunta.
Le problematiche evidenziate dall’ACEM e dal comparto degli edili sono sempre le stesse degli ultimi anni: il ritardo nei pagamenti delle imprese, molto superiore ai 60/90 giorni invece previsti dalle norme nazionali, e la totale mancanza d’investimenti in un settore che, dati alla mano, rappresenta una percentuale molto alta del PIL regionale e che negli anni è sempre stato un traino importante per la crescita del Molise.
La diretta conseguenza di quanto sopra rilevato comporta per le imprese non solo la difficoltà ad approvvigionarsi le forniture, ma anche a far fronte al pagamento delle spettanze dei lavoratori e al saldo delle imposte, in una spirale senza fine per le aziende molisane del settore edile, sempre più spesso costrette a chiudere perché attanagliate dalla morsa dei debiti accumulati e riconducibili a colpe non loro.
In questo contesto di profonda crisi non si è mai palesata la ripresa del comparto edile molisano, annunciata più volte in pompa magna dal Governo regionale, un settore individuato come “prioritario per l’economia della Regione”, affermazione alla quale non sono poi seguite quelle “proposte concrete e scelte funzionali” annunciate nel primo tavolo di confronto del maggio del 2013. Allo stesso modo ancora non si sono visti gli effetti del tanto sbandierato piano d’interventi per la viabilità, finanziato con fondi della precedente amministrazione regionale, 107 milioni messi in campo per l’avvio di lavori allo stato attuale ancora non ancora aggiudicati e cantierati, con il concreto rischio di perdere una parte importante di questi finanziamenti, per inciso lo scorso dicembre già decurtati dell’1,5%; difatti se entro il 30 giugno 2016 non si partirà con i cantieri un altro 15% dei 107 milioni disponibili andrà perso.
Eppure il piano era stato costruito “con serietà nel rispetto delle norme a beneficio anche del settore edile con l’avvio della costruzione di nuove opere”, come presentato pubblicamente dal Presidente Frattura e dall’Assessore Nagni.
Senza dimenticare la delicata questione della ricostruzione post sisma che nonostante le rassicurazioni e le promesse continua ad avanzare a singhiozzo, con il conseguente blocco dei cantieri stante l’impossibilità di lavorare con stati d’avanzamento fermi da un anno e mezzo, e con le stesse imprese che ancora oggi lamentano il mancato ricevimento dei finanziamenti giunti a fine dicembre nelle casse regionali, 26 milioni di euro sui quali la Regione non ha ancora dato garanzie in riferimento ai tempi dello sblocco.
Per tutte queste ragioni abbiamo deciso di firmare e presentare la richiesta di convocazione del Consiglio regionale monotematico sulla profonda crisi del settore edilizio molisano, per pervenire all’approvazione un pacchetto di proposte organiche e urgenti che puntino a rilanciare il settore e a impedire che si aggravi maggiormente questa crisi occupazionale del comparto.
Questa la nota a firma dei consiglieri regionali di centrodestra.