L’aver lavorato 42 anni in Provincia, sotto le amministrazioni di tutti i Presidenti, mi consente di capire dove finisce la buona fede dei pochi e la mala fede dei molti politici che, in questi giorni, si arroccano per difendere la loro traballante poltroncina. Molti dei quali, se non tutti, rischiano di finire nel più oscuro oblio sociopolitico, visto che i seggi regionali sono diminuiti e che si profilano nuovi tagli istituzionali. Perciò, certi “amministratori” impegnati nella strenua difesa della loro piccola medaglietta, alla fine, smuovono la nostra umana comprensione, se non peggio . Per la allora nuova Provincia nata nel 1970, personalmente ho sempre nutrito solo sentimenti di entusiasmo e di speranza, nella convinzione che avrebbe spinto l’Alto Molise verso traguardi prima impensabili.
Poi, anche come professionista dell’informazione, ho capito che l’Alto Molise è davvero “Una provincia per morire”, come aveva previsto il prof. Pasquale Passarelli già 30 anni addietro. La mia attuale ostilità è nata dopo aver assistito all’inganno di ha imparato solo a sperperare soldi pubblici in iniziative senza alcuno scopo utile e concreto, con tanto di capo di gabinetto, staff presidenziale a proprio uso e consumo, e con auto blu superpotente che costa una pura follia. Una Provincia, quella di Isernia, che ora è guidata da un presidente ben poco dotato di successi politici e che vantava nel 2010, nel proprio “curriculum”, solo la segreteria provinciale di Forza Italia. E mi viene da sorridere se penso a cosa accadrà a fine quinquennio, quando certi “politici” torneranno nell’anonimato più assoluto, e senza nemmeno poter vantare di aver conseguito un qualche reale risultato a favore del territorio. Oltre alle fiere del fiere del tartufo, le consulenze sui gamberi, i convegni sull’Unità e altre amenità del genere. Ed oltre alla costituzione di enti sub provinciali pieni zeppi di “miracolati” alla faccia di chi, invece, non ha santi in paradiso né prerogative alla Minetti. Ora, giunta alla fine di un’epoca, la Provincia muore nel peggiore dei modi. E l’attuale giunta provinciale mette in atto un’altra beffa, il ritardo nel pagamento degli straordinari ai propri dipendenti, gente che – dirigenti a parte – vive con meno di 1300 euro al mese, per gli operatori dello sgombro neve, ecc., stando bene attenta a farsi liquidare con la massima puntualità le competenze per le indennità di carica. Purtroppo non siamo più alla frutta, ma nella brace più cocente.
AGOSTINO ROCCO – Ex direttore Biblioteca Provinciale