Riceviamo e pubblichiamo nota stampa della capogruppo PD in Consiglio regionale, Micaela Fanelli.
“Tante, decisamente troppe, le criticità evidenziate dalla Corte dei Conti nella relazione sulla tipologia delle coperture finanziarie delle Leggi regionali del Molise del 2021, illustrata dal referente Emanuele Petronio nel corso dell’adunanza pubblica, alla quale ho partecipato questa mattina e che si è tenuta nell’aula della Corte d’Assise del Tribunale di Campobasso.
Sappiamo bene come la preventiva quantificazione degli oneri derivanti dalle Leggi sia poi un aspetto importantissimo per la successiva parifica, ed ecco perché il governo regionale e l’attuale maggioranza non può non tenere conto delle criticità rilevate e fare in modo di favorire accorgimenti. In realtà è quello che ci saremmo augurati dall’inizio di questa legislatura, dove tutto sembra, invece, essere stato fatto in direzione opposta e contraria e dove, siamo quasi certi, anche negli ultimi mesi che restano, il centrodestra non riuscirà ad adeguarsi.
E siamo certi non lo farà nonostante gli ammonimenti degli autorevoli enti di controllo e, nonostante le nostre innumerevoli richieste in Consiglio regionale, dove torneremo a mettere in evidenza come su un numero esiguo di Leggi approvate, non è possibile riscontrare tutte queste negatività.
Per prima cosa la Corte dei Conti mette in evidenza come spesso resti difficoltosa la comprensione della tipologia di spesa, dato che la documentazione tecnico-contabile a corredo il più delle volte fornisce visioni incomplete. Il format che dovrebbe essere allegato alle PDL, adottato con delibera di Giunta nel 2014, infatti, o non viene compilato o lo è solo parzialmente, tanto da non essere “in grado di illustrare puntualmente il percorso tecnico di quantificazione degli oneri stimati”.
Gli stessi criteri di quantificazione, così come già accaduto per il 2020, presentano poi una serie di criticità, sia perché non vengono sufficientemente determinati appropriatamente con “i requisiti di credibilità, razionalità, appropriatezza e non arbitrarietà”, sia perché troppo spesso non si tiene conto dei costi indiretti che potrebbero emergere.
Inoltre, accade che le spese effettive vengano indicate su “missione e programma”. Mentre sappiamo bene come, le Leggi rispettose del dettato costituzionale debbano riprodurre i capitoli specifici e non meri richiami amministrativi che non danno come “assolto l’obbligo di dimostrazione delle modalità delle risorse”.
La chiarezza contabile è, infatti, un cardine di un sistema che ha uniformato la legislazione di spesa regionale ai precetti della legge di contabilità pubblica ed ai principi fissati all’articolo 81 della Costituzione e che, in merito alle spese di carattere continuativo, è successivamente stata completata da decreto legislativo 118/2011.
Insomma, su quel poco fatto (10 Leggi di cui 7 riconducibili al Bilancio) quasi nulla è stato fatto bene.
Basti pensare come su 10 testi normativi approvati solo due siano completi dei prospetti contabili, mentre nella maggior parte dei casi quella che doveva essere la relazione tecnica è divenuta un mero documento istruttorio illustrativo.
Durante la legislatura targata dal centrodestra di Donato Toma si è, dunque, consolidata una prassi che oltre a essere contraria alla Costituzione lo è anche nei confronti del regolamento in materia di contabilità regionale.
E le ombre non emergono solo per le norme relative al Bilancio – che più volte abbiamo sollevato in Aula – ma come ora certifica la Corte dei Conti, sono presenti anche per quei pochissimi testi, solo 3, riconducibili all’attuazione delle politiche regionali. Ad esempio accade per la disciplina regionale delle attività commerciali e quella per le attività artigianali dove la Commissione non ha previsto oneri che, seppur in via indiretta, sarebbero dovuti essere invece contemplati.
Nessuna precisazione contabile anche per il testo normativo relativo ai contributi in favore dei soggetti trapiantati, per il quale non sussiste alcuna esaustiva precisazione contabile e dove è, addirittura assente anche la variazione di bilancio.
Quello che è emerso oggi è, dunque, davvero un quadro dalle tinte assai fosche e non basta la piena disponibilità espressa dal Presidente del Consiglio regionale che, così come il governatore ha svolto le proprie considerazioni, e si è detto pronto all’accoglimento delle criticità in vista di un percorso di miglioramento.
E non basta dato che, ancora una volta, questo centrodestra conquista un “cartellino rosso”.
Nell’esprimere il mio grazie alla Corte dei Conti, in particolare al presidente e al relatore per il lavoro puntuale e di grande qualità svolto, torno a ribadirlo: questa legislatura – quella con a capo l’esperto dei conti – nella storia della Regione Molise sarà invece ricordata proprio come la peggiore in materia di gestione tecnico-finanziaria”.