Le manifestazioni culturali hanno in Italia una valenza assoluta, visto il patrimonio letterario, teatrale ed artistico in genere del nostro Paese; in questo contesto si giustificano investimenti importanti, che comunque sono da ritenere ancora insufficienti rispetto alla valenza di quello di cui si parla. La politica nazionale, ma ancor più quella molisana, si è distinta per una sorta di disinteresse o almeno sottovalutazione della portata del fenomeno. Ci siamo lamentati per anni dell’uso discutibile, anche improprio, che la politica ha fatto degli investimenti in cultura; il corrispondente assessorato regionale è stato sempre considerato la cenerentola nell’assegnazione di fondi e per questo motivo quello meno ambito da politici con prospettive di carriera. Ricordo che un anno vennero alla luce dei termini paragone imbarazzanti per il Molise, come ad esempio che la sola stagione culturale del Comune di Benevento prevedeva un budget superiore rispetto a quello dell’intero Molise; feci notare ciò a tutti i i livelli politici locali, ma non servì a nulla perché sull’Assessorato regionale alla Cultura si continuò a riversare risorse insignificanti. Da alcuni anni si è registrata l’inversione di tendenza ma con un sistema che non è tra i migliori, cioè delegando tutto agli enti strumentali ed affidando le trattative alla forma privata e diretta, quella che generalmente insinua dubbi, non solo nella collettività ma anche tra gli stessi operatori di settore. La politica è invadente, ma quando delega troppo causa danni ancora maggiori.
Detto questo abbiamo cercato di capire qualcosa della programmazione culturale molisana; ma il lavoro non è stato semplice e sicuramente non sarà completo o esaustivo. Il mare di delibere e determine con cui si gestiscono le risorse è impressionante ed impedisce di fatto qualsiasi lavoro di documentazione completa; allora siamo andati avanti per analisi a campione, che non daranno completezza al lavoro, ma comunque hanno prodotto numeri interessanti da considerare.
La centrale di gestione principale della cultura in Molise è un ente strumentale della Regione,ma dotato di autonomia pressoché totale sui cartelloni culturali e sulla gestione degli eventi oltreché, dato questo economicamente rilevante, sulla contrattualistica con operatori economici, artisti e tutto il mondo che ruota intorno alla cultura ed allo spettacolo. La Fondazione Molise Cultura svolge questo ruolo in maniera esclusiva, con atto del CdA per la programmazione e del direttore per la contrattualistica. Dicevamo dei costi. La Regione Molise ha fissato una programmazione complessiva di eventi, con il progetto ‘Turismo è cultura’ nell’ambito dell’azione ‘Molise che incanta- Azioni di promozione,marketing, auto narrazione e comunicazione del sistema della cultura e del turismo molisani’ per importo di poco superiore al milione di euro; di questi tutta la programmazione dell’Azione 2 cioè gli eventi culturali, è stata affidata appunto alla Fondazione, che li sta svolgendo e li svolgerà nel periodo agosto/dicembre 2018 con un budget di €.260.000. Si tratta di un esempio, di una misura, che come detto abbiamo preso a campione, mentre il resto è per manifestazioni storiche, rievocative e per le esigenze di promozione culturale gestite dall’Assessorato regionale. La somma per quattro mesi di eventi non è marginale e ci si aspetta manifestazioni a go-go, tutte di altissimo impatto e rilievo.
Andando nel tema generale altri numeri, rimanendo sempre sulla Fondazione Molise Cultura: una delibera di rimodulazione del quadro economico del circuito di distribuzione teatrale per gli anni 2016/ e 2017 cita la somma di €. 390.000, mentre una determina del 2016 affida ad una ditta romana la gestione di eventi, servizi di sostegno organizzativo, promozione e comunicazione per 36 mesi al costo di €.203.550. Il programma ‘Mostre d’arte’ è stato finanziato con €.190.000, il tour estivo di ‘Poietika’ altri 80.000, mentre per la III edizione di ‘Parola e terra’ sono stati previsti oltre 50.000 euro. La cultura costa ed in Molise sono costati gli eventi importanti: la nota mostra di Pablo Picasso all’ex-Gil €.150.000, la mostra del fotografo di fama internazionale Steve Mc Curry €.46.630, l’esibizione de ‘La Traviata’ €.30.000, il festival del noir ‘Kiss me deadly’ altri 15.000, la rappresentazione teatrale ‘Dieci piccoli indiani e…non rimase nessuno’ oltre 12.000, ‘Food e fashion’ solo di allestimento circa 10.000. E’ un quadro molto parziale della situazione con eventi, come detto presi a campione ed in un campione anche limitato rispetto al mare di atti firmati dalla Fondazione.
Non è una polemica spicciola, ma la considerazione che la produzione culturale, di questo livello, andrebbe razionalizzata maggiormente negli anni e casomai non delegata totalmente ad un ente, soprattutto nella gestione economica e nella contrattualistica.
La cultura costa: ma in Molise, soprattutto rispetto all’estensione territoriale ed alla struttura demografica, costa particolarmente.
Stefano Manocchio