Lunedì 14 novembre presso la sala Museale a Petrella Tifernina si è tenuto un dibattito pubblico su “Referendum, le ragioni del Si e le ragioni del NO”. Relatori per il SI, Micaela Fanelli Segretario regionale del PD, e per il NO Nico Ioffredi consigliere regionale, dopo il saluto istituzionale del sindaco Alessandro Amoroso – “ ringrazio tutti per la massiccia partecipazione, l’incontro di questa sera è una occasione che ho voluto dare ai cittadini per informarsi sul referendum a cui siamo chiamati a votare, ritenendo che sia utile un confronto fatto proprio con gli “addetti ai lavori” – l’incontro / dibattito è stato introdotto dalla giornalista Mariateresa Di Lallo. “Il referendum sulla riforma costituzionale in Italia si terrà domenica 4 dicembre. La classe politica italiana non è divisa soltanto sul Sì e sul No alla riforma costituzionale. Gli italiani sono chiamati a votare un referendum costituzionale per approvare o respingere la riforma della costituzione che porta il nome dell’attuale ministra Maria Elena Boschi, che ne è stata la promotrice insieme al governo Renzi. Per essere valido non c’è bisogno di raggiungere il quorum. A differenza del referendum abrogativo, cioè, non è necessario che vada a votare il 50 per cento più uno degli aventi diritto. I punti fondamentali della riforma sono: Riforma del senato, fine del bicameralismo perfetto; Elezione del presidente della repubblica;Abolizione del Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro;Titolo V della costituzione e competenze stato/regioni; Referendum abrogativo e leggi d’iniziativa popolare”.
La parola è stata data ai due relatori per spiegare alla platea le rispettive posizioni, in concerto con le posizioni delle fazioni politiche nazionali del Si e del NO, poi si è deciso di dare spazio agli interventi in sala.
In definitiva si posso racchiudere così le motivazioni del SI: “ La riforma Boschi rappresenta un salto di qualità per il sistema politico italiano e per il suo farraginoso processo legislativo, garantendo maggiore stabilità a un Paese che ha visto 63 governi susseguirsi negli ultimi 70 anni. Le più note ragioni per votare Sì al referendum sono: addio al bicameralismo, ossia si supera il ping-pong tra Camera e Senato, con notevoli benefici in termini di tempo; il fatto che solo la Camera sia chiamata a votare la fiducia al governo implica l’instaurazione di un rapporto di fiducia esclusivo con quest’ala del Parlamento; la diminuzione del numero dei parlamentari e l’abolizione del Cnel produrrà notevoli risparmi; grazie all’introduzione del referendum propositivo e alle modifiche sul quorum referendario migliora la qualità delle democrazia; il Senato farà da “camera di compensazione” tra governo centrale e poteri locali, quindi diminuiranno i casi di contenzioso tra Stato e Regioni davanti la Corte costituzionale”.
Al contrario le motivazioni del NO: “I motivi per cui, secondo gli esponenti del fronte del No, gli italiani dovrebbero opporsi all’approvazione del ddl Boschi-Renzi sono questi: si tratta di una riforma non legittima perché prodotta da un Parlamento eletto con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale. Inoltre, anche gli amministratori locali chiamati a comporre il nuovo Senato godrebbero dell’immunità parlamentare; anziché superare il bicameralismo paritario, la riforma lo renderebbe più confuso, creando conflitti di competenza tra Stato e Regioni e tra Camera e il nuovo Senato che verrebbe a formarsi; la riforma non semplifica il processo di produzione delle leggi, ma lo complica, cioè le norme che regolano il nuovo Senato produrrebbero almeno 7 procedimenti legislativi differenti; i costi della politica non verrebbero dimezzati ma con la riforma si andrà a risparmiare solo il 20%; l’ampliamento della partecipazione diretta dei cittadini comporterà l’obbligo di raggiungimento di 150mila firme (attualmente ne servono 50mila) per i disegni di legge di iniziativa popolare; il combinato disposto riforma costituzionale-Italicum accentra il potere nella mani del governo, di un solo partito e di un solo leader“.
La platea formata da cittadini petrellesi, rappresentanti del Comitato per il NO, militanti del Movimento 5 Stelle, rappresentanti del gruppo Indignati del Molise ha espresso dubbi, perplessità, ha incalzato con provocazioni i due relatori, ed il risultato dell’incontro, a detta di tutti i partecipanti, compreso il primo cittadino di Petrella, è stato un successo di partecipazione e qualità di contenuti; l’intento era proprio quello innanzitutto di informare e poi di poter dialogare e confrontarsi . L’attenzione si è concentrata sui costi della politica, sanità regionale, disoccupazione, turismo, temi caldi e molto sentiti anche dalla popolazione di Petrella.