Basterebbe soltanto il titolo e chiudere senza alcun commento questo intervento in merito a quello che sta accadendo nel mondo politico molisano: invece No. Consentiteci, tanto per non perdere l’abitudine, una chiosa forse inutile, visto gli accadimenti che lasciano sconcertati, ma consentitecela. Abbiamo titolato l’ articolo utilizzando la parola “coerenza” che, da sempre, è in netta antitesi con un’altra parola “politica”. La quale nel Molise trova l’eccezione, in quanto, è legata a doppio filo con tutto quello che è figlio degenere della politica stessa. Un legame indissolubile. Un legame che neanche Hudinì il grande illusionista, se fosse ancora in vita, utilizzerebbe per stupire il pubblico. Un legame che si rafforza sempre più e premia soltanto chi ha capito che se vuole emergere dalla consuetudine deve rinnegare le idee imposte dagli schieramenti politici gettando alle ortiche gli ideali. Ci riferiamo “ai sette dissidenti” che sono pronti votare NO al prossimo referendum previsto per il 5 dicembre. Cosa che cozza pesantemente con la coerenza e soprattutto con la politica che dopo un travaglio ha partorito il diniego a quello che è frutto della mente eccelsa del Tosco dal parlare veloce e dalla ministra Boschi. Molti nell’apprendere con sorpresa gli intendimenti degli inquilini di palazzo Moffa hanno commentato si tratta della solita “boutade” anche se quest’ultima è più pericolosa di “altre esternazioni” che in passato hanno messo a soqquadro l’ambiente politico molisano. Una decisione che, visto i connotati, porterà ancora di più nocumento evidentemente questo è quello che meritiamo. Per tornare al filo conduttore di quest’intervento. La coerenza che molti sbandierano quale baluardo a difesa della democrazia è un qualcosa di dissonante con quelli che sono i principi insiti nella parola stessa. Una parola da troppi utilizzata. Una parola dietro cui non ci si può nascondere con affermazioni semplicistiche quali: “sono tranquillo con me stesso; se ho preso le decisioni l’ho fatto per il rilancio dei ruoli istituzionali anche perché è una prerogativa che mi deriva dal mandato affidatomi dagli elettori ecc…” Cose che in una libera democrazia come quella in cui viviamo non si possono accettare; ecco perché farebbe bene chi le ha dette prima di esternarne di nuove a ponderare quello che dice ma soprattutto quello che fa, perchè se il risultato è questo, vuol significare che siamo arrivati proprio alla frutta, per giunta senza il cosiddetto “ammazza caffè”, e il conto da pagare è “salatissimo”. Per dare forza a quanto fin qui scritto, vorremo riportare il pensiero di alcuni scrittori, saggisti e pensatori sulla coerenza:
L’ultima cosa che mi preoccupa è di essere coerente con me stesso. (André Breton );
La coerenza è contraria alla natura, contraria alla vita. Le sole persone perfettamente coerenti sono i morti. (Aldous Huxley );
Un atto coerente isolato è la più grande incoerenza. (Don Lorenzo Milani );
Una stupida coerenza è l’ossessione di piccole menti, adorata da piccoli uomini, politici e filosofi e teologi. Con la coerenza una grande anima non ha, semplicemente, nulla a che fare. Tanto varrebbe che si occupasse della sua ombra sul muro. Dite quello che pensate ora con parole dure, e dite domani quello che il domani penserà con parole altrettanto dure, per quanto ciò possa essere in contraddizione con qualunque cosa abbiate detto oggi. (Ralph Waldo Emerson ).
A voi giudicare se abbiamo ragione, anche se un detto popolare dice: “Che la ragione è dei fessi”; scusate se è poco!
Massimo Dalla Torre