Anche la popolazione molisana ha dato il suo contributo alla vittoria del NO: variegate che siano le sue motivazioni l’esito referendario serve ad arginare un pericoloso progetto reazionario commissionato al governo Renzi dai magnati dell’economia e della grande finanza, volto a distruggere quel che rimane degli spazi democratici, per perpetrare in modo più stabile anche nel Molise la loro grande rapina sociale in danno ai lavoratori e alle masse popolari, dai salari all’occupazione alla previdenza, al saccheggio dell’ambiente e dei territori, alla sanità e alla scuola pubbliche.
Ed è il secondo tentativo reazionario respinto al mittente, dopo che ci aveva tentato Berlusconi anni or sono. Né il nostro NO può essere accomunato a quello che deriva dalla guerra opportunista tra bande sia a destra sia nel PD, che ha portato a strumentali ricollocazioni sul NO, di soggetti comunque funzionali a tali involuzioni autoritarie e antisociali (da Berlusconi a Salvini, da D’Alema a Grillo), sebbene anche tali contraddizioni del campo avverso ben vengano in tal caso.
Ma non basta la vittoria del No di fronte al potere capitalistico, che rende inattuati gli astratti principi costituzionali “progressisti” in favore dei lavoratori e delle classi popolari, realizzando bene solo quella parte “liberale” della Costituzione dettata in difesa dei ceti possidenti che governano la società (del loro possesso privato dei mezzi di produzione e delle leve di distribuzione della ricchezza, all’ultima cappa antisociale del “pareggio di bilancio”).
Rilanciare la lotta per il sistema proporzionale puro sul piano nazionale ed anche sul piano regionale in Molise come altrove, è una delle battaglie immediate per ridare una rappresentanza alla classe lavoratrice, ai precari, ai disoccupati, a chi vive di stenti, per riconquistare un minimo di spazi democratici contro la dittatura dei capitalisti e dei banchieri.
Fermo restando che l’unica possibile repubblica fondata sul lavoro è una Repubblica dei lavoratori, basata sulla loro forza e organizzazione, unica in grado di liberare intere masse dal giogo dello sfruttamento, della disoccupazione, della povertà. Al di sopra di ogni nazionalità o etnia.
Con questa impostazione – classista, rivoluzionaria, internazionalista – il PCL, nel Molise come ovunque, ha lavorato per la vittoria del NO e cercherà di sviluppare tutte le iniziative di lotta a cui questa vittoria ha riaperto una breccia.
Referendum, Di Clemente: la vittoria del NO sociale anche dal Molise
Commenti Facebook