Secondo il rapporto Svimez, le questioni più urgenti da risolvere al Sud sono lavoro povero ed emigrazione giovanile, dal 2002 al 2021 lo hanno abbandonato oltre 2,5 milioni di persone, inoltre l’accelerazione dell’inflazione ha eroso il potere d’acquisto delle fasce più deboli della popolazione.
Nonostante l’economia del Mezzogiorno sia cresciuta del 10,7%, più che compensando la perdita del 2020 (–8,5%), nel Centro-Nord, la crescita è stata superiore (+11%), ma ha fatto seguito a una maggiore flessione nel 2020 (–9,1%).L’accelerazione dell’inflazione del 2022 ha eroso il potere d’acquisto delle fasce più deboli della popolazione, penalizzando di più le famiglie a basso reddito, concentrate, prevalentemente nelle regioni meridionali.
L’inflazione nel 2022, ha eroso 2,9 punti del reddito disponibile delle famiglie del Sud, oltre il doppio del dato relativo al Centro-Nord (–1,2 punti).La dinamica inflattiva si è abbattuta significativamente sui salari reali italiani, tra il II trimestre 2021 e il II° trimestre 2023 hanno subìto una contrazione molto più pronunciata della media Ue (–10,4% contro –5,9%), e ancora più marcata nel Mezzogiorno (–10,7%) per effetto della più sostenuta dinamica dei prezzi, e delle retribuzioni lorde reali per addetto, particolarmente sfavorevole al Mezzogiorno: –12% rispetto al 2008 (–3% nel Centro-Nord).Nel Mezzogiorno, la povertà assoluta nelle famiglie con persona di riferimento occupata è salita di 1,7 punti percentuali tra il 2020 e il 2022, dal 7,6 fino al 9,3%: quasi una su 10.
Nel 2022 2,5 milioni vivono in famiglie in povertà assoluta al Sud: 250mila in più rispetto al 2020 (-170mila al Centro-Nord).Dal 2002 al 2021 hanno lasciato il Mezzogiorno oltre 2,5 milioni di persone, in prevalenza verso il Centro-Nord (81%), al netto dei rientri, le regioni meridionali hanno perso 1,1 milioni di residenti. Le migrazioni interne hanno interessato soprattutto i più giovani: tra il 2002 e il 2021 il Mezzogiorno ha subìto un deflusso netto di 808 mila under 35, di cui 263 mila laureati, al 2080 si stima una perdita di oltre otto milioni di residenti del Sud, pari a poco meno dei due terzi del calo. Quello che da speranza nella crescita del Paese è l’attuazione del Pnrr, senza Pnrr il Pil del Mezzogiorno calerebbe dello 0,6% nel 2024 e dello 0,7% nel 2025, senza il Pnrr avremmo un Paese in recessione e un Sud con una recessione più forte che nel resto del Paese, l’obiettivo è che un giovane rimanga nel suo piccolo comune creando le condizioni per restarci.
Al Sud si riscontra debole progettualità e partenza dei lavori ritardata, il valore complessivo dei progetti ammonta a 32 miliardi di euro, per il 45% allocati alle amministrazioni comunali del Meridione, per la metà dei progetti risultano avviate le procedure di affidamento; la quota di progetti messi a bando, tuttavia, si ferma al 31% al Mezzogiorno rispetto al 60% del Centro-Nord, la capacità di procedere all’aggiudicazione presenta significative differenze territoriali: 67% al Mezzogiorno, 91% al Centro-Nord. L’obiettivo del Pnrr è salvare l’Italia, ma è privo di strategia e non ha obiettivi precisi, oggetto del salvataggio dell’Ue, è l’unico caso di un intervento straordinario così massiccio, perché si vuole tenere una rete di salvataggio per una Paese che sta andando alla deriva.
Alfredo Magnifico