Il rapporto del Censis relativo al 2013, sulla situazione sociale del Paese, fotografa una società «sciapa e infelice». Un’Italia che, non ha ceduto al crollo «augurato da tanti e atteso da molti» ma ha visto ogni soggetto economico e sociale impegnato in un solo processo: la «sopravvivenza»,con «adattamento continuato»,sfociato in «puro galleggiamento» , ed ha visto le famiglie ridefinire in maniera significativa i consumi. E’ venuta fuori una società più sciapa senza fermento,accidiosa,furba,con disabitudine al lavoro,con immoralismo diffuso,con crescente evasione fiscale.
Come Italiani ci riscopriamo malcontenti,quasi infelici, perché subiamo un grande inatteso ampliamento delle disuguaglianze sociali. L’unica novità vera, sono l’imprenditoria femminile,la dinamicità degli italiani all’estero e l’iniziativa degli stranieri. Dall’indagine viene fuori una contrazione e un peggioramento nella spesa degli italiani. Infatti danno la caccia alle promozioni, scelgono gli alimenti in base al prezzo più conveniente, hanno aumentato acquisti di prodotti “commerciali,hanno diminuito le spese per cinema e svago e lasciato sempre più spesso a caso automobile e scooter per risparmiare benzina. Per le famiglie un‘improvvisa malattia grave o la necessità di significative riparazioni per la casa o per l‘auto sono un serio problema,come anche il pagamento di tasse e tributi, bollette, rate del mutuo mettono in difficoltà una quota significativa di italiani.
Sono circa 8 milioni le famiglie che hanno ricevuto dai familiari una forma di aiuto nell‘ultimo anno. L’incertezza ha preso il sopravvento sulle famiglie assumendo la forma dell’inquietudine e della preoccupazione. Difficile il “capitolo” lavoro, con quasi 6 milioni di occupati che nell’ultimo anno «si sono trovati a fare i conti con una o più situazioni di instabilità e precarietà lavorativa». Cresce il divario tra Sud e Centro Nord: il Pil pro capite nel mezzogiorno è di 17.957 euro,il 57% di quello del centro Nord,addirittura inferiore ai livelli della Grecia e della Spagna. Il Meridione rimane un problema irrisolto.
Alfredo Magnifico