Popolare. Certamente questo l’aggettivo più adatto a descrivere la grande marcia di sabato, 23 Maggio, a Lanciano che restituisce il senso di una bella giornata di lotta, che la pioggia, a tratti battente, non è riuscita minimamente a scalfire. Il popolo abruzzese, sostenuto da rappresentanze di molti altri territori italiani, ha infatti letteralmente inondato le strade di Lanciano, mostrando con decisione la sua netta contrarietà ai progetti di petrolizzazione dell’Adriatico, primo vero bene comune da tutelare. Più di 60.000 persone hanno ribadito, sfilando insieme, la propria ferma e decisa opposizione all’impianto Ombrina Mare, piattaforma della Rockhopper, società delle Falkland, che dovrebbe sorgere (secondo le intenzioni del governo Renzi e della multinazionale) a sei chilometri dalla costa dei trabocchi. Ma a ben guardare, la moltitudine di soggettività riunitesi ieri in corteo esprimeva qualcosa in più di una semplice e puntuale opposizione al progetto in questione e ai rischi ad esso connessi (si veda la recente tragedia in California): la critica più radicalmente espressa verte intorno ad una certa idea di sviluppo non più sostenibile né ecologicamente né democraticamente. La corsa al profitto (per pochi) che dovrebbe permettere al paese Italia di reimmettersi nella corsia della crescita del PIL (come se questa fosse la panacea di ogni male) non può né deve essere perseguita a discapito della salvaguardia dei territori e della volontà popolare di chi quei territori li abita. Il lavoro cosciente e quotidiano di centinaia di attivisti, associazioni, singoli non lo permetterà: la lotta esemplare del popolo valsusino è ormai patrimonio comune di quel variegato universo di movimenti che si oppongono alla deriva autoritaria delle società dello spettacolo contemporanee. Fuori dai teleschermi televisivi, insomma, oltre i twett e le pagine facebook esistono i corpi e le menti di milioni di donne e uomini che esprimono forme concrete di partecipazione e protagonismo democratico, che si attivano ed organizzano nei propri territori per riappropriarsi della democrazia reale, il più fondamentale dei beni comuni ed il più soggetto ad attacchi in questo momento storico.
Oltre gli steccati rigidi della rappresentanza e della delega (oggi divenute sinomi), i “movimentini” e i “comitatini”, come piace chiamarli al premier nostrano (con ciò dimostrando il suo profondo disprezzo per queste espressioni autentiche di democrazia) hanno dimostrato che un’alternativa allo stato di cose attuali esiste: si tratta di praticare forme di economia territoriali, nel rispetto dei luoghi e dei diritti dei lavoratori. Questa alternativa si costruisce quotidianamente nel lavoro territoriale ed esplode nelle strade come quelle di ieri, vivaci, decise, informate, colorate, coscienti. Il percorso che ha infatti portato alla grande marcia popolare di Lanciano è una tappa all’interno di un processo che ci auspichiamo costituente e che ha portato al coinvolgimento e all’adesione di più di 400 tra associazioni, movimenti, sindacati, istituzioni. Un grande esempio, appunto, di democrazia: nell’ultimo mese la campagna virale di sensibilizzazione ed informazione sulle ragioni del NO ad Ombrina, che ha avuto luogo nelle piazze, nelle parrocchie, nelle scuole, sui social network e nelle televisioni, ha dunque permesso il sedimentarsi di una matura coscienza popolare comunitaria di opposizione a questo progetto di petrolizzazione e a tutti gli altri cui il decreto Sblocca Italia vorrebbe dare il via.
Ma di tappa, appunto, bisogna parlare: il percorso comune intrapreso infatti non si arresta e prosegue dritto verso i prossimi appuntamenti locali e nazionali di contrasto allo Sblocca Italia, giustamente ribattezzato Sporca Italia dagli attivisti. Proprio oggi è in corso a Pescara una grande assemblea che stabilirà collettivamente i prossimi passaggi e le prossime iniziative.
Dal Molise, per quanto regione periferica a poco incline ai cambiamenti, sosterremo attivamente questo percorso collettivo del quale ci sentiamo intimamente parte: il fatto non scontato che da Termoli ieri sia partito un pullman di oltre cinquanta manifestanti è lì a dimostrarcelo. Ci sentiamo, dunque, parte integrante di quel popolo che ieri ha camminato insieme, dei nostri fratelli maggiori abruzzesi e di tutte quelle persone che lottano nei propri territori per difenderli. È per questo che chiediamo a tutte le associazioni, i movimenti, i sindacati e i partiti politici, ai rappresentanti delle istituzioni presenti ieri a Lanciano, di impegnarsi attivamente per la costruzione e il consolidamento del nascente comitato No Triv molisano, a sostegno ed in collaborazione con quelli abruzzese e nazionale.
Ancora una volta siamo in cammino, siamo tante e tanti, un popolo, appunto, e non abbiamo più paura. Che sia chiaro: indietro non si torna!
Rap Molise (Rete per l’autorganizzazione popolare) Fondazione “Lorenzo Milani”