Radon, interrogazione M5S Molise: la salute prima di tutto

Già da diversi anni, sul territorio di Termoli, l’associazione la Giusta Scuola ha preso il controllo della questione gas radon presentando diversi esposti e tenendo alta l’attenzione sui rischi per la salute, soprattutto in età pediatrica, causati dalla presenza di questo gas nelle scuole. Il MoVimento 5 Stelle Molise ha sempre seguito queste attività e adesso è arrivato il momento di dare risposte concrete circa l’attuazione di un Piano di studio, valutazione e verifica di gas radon su tutti gli istituti scolastici dell’intero Molise.

Nel maggio 2014, infatti, in Consiglio regionale approvammo all’unanimità una mozione che impegnava il Governo regionale a “recepire la normativa europea ed italiana nello studio e monitoraggio del gas radon per la prevenzione del tumore polmonare, attivando, attraverso l’Arpam, un Piano di studio, valutazione e verifica su tutti gli istituti scolastici dell’intero territorio regionale (e successivamente sui luoghi di lavoro)”. Anche noi, in quel caso votammo a favore della mozione ma, a distanza di quasi due anni, vogliamo sapere quanto è stato fatto per dare seguito a quel voto.

Sin dagli anni ’80 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il radon tra le sostanze con massima evidenza di cancerogenicità per l’uomo, confermando che l’esposizione alle sue radiazioni, in ambienti chiusi aumenta il rischio di tumore polmonare. Con gli studi epidemiologici più recenti effettuati dall’Istituto Superiore di Sanità è stato stimato che in Italia il numero di casi di tumore polmonare attribuibili al radon è il 10% dei circa 32.000 tumori polmonari registrati ogni anno.

Tra il 1991 e il 1992 fu condotto uno studio proposto e coordinato dallo stesso Istituto Superiore e dall’Enea sulla quantità media radiogena di radon indoor sul territorio nazionale. Per il Molise, però, furono coinvolte solo 28 abitazioni ubicate in tre Comuni.

Ma passiamo al piano normativo. Una prima norma (D. Lgs. 230/95), definì una soglia di concentrazione quale valore medio annuo di 500 Bq/m³ (becquerel per metro cubo) al di sopra della quale le aziende dovevano impegnarsi a ridurre la concentrazione radiogena. Nel 2013, poi, una direttiva europea in materia ha stabilito l’obbligo, per tutti gli Stati dell’Ue, di dotarsi di un piano nazionale da aggiornare periodicamente. Così viene indicato un nuovo livello di riferimento medio annuo, oltre il quale si suggerisce di intraprendere azioni di risanamento: 300 Bq/m³ per tutti gli ambienti chiusi, comprese le abitazioni.

Il Piano Nazionale Radon in Italia è stato pubblicato nel 2002 da una commissione del Ministero della Salute ed ha preso il via dopo tre anni, con un progetto sperimentale coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. Già allora, mentre diverse regioni italiane avevano realizzato programmi di monitoraggio, il Molise, a parte i dati relativi alle 28 abitazioni, non aveva realizzato alcuna campagna di misurazione. Ancora oggi in pratica, in regione manca un piano di monitoraggio capillare sulle radiazioni di questo gas, a parte un progetto sperimentale dell’Arpam realizzato tra ottobre 2012 e aprile 2013 in 42 scuole delle aree a maggiore densità abitativa. La relazione che ne conseguì evidenziò situazioni molto critiche per 4 scuole e una presenza di radon che in alcune stanze superava anche di 3-4 volte la soglia normativa DLgs n.230/1995 (500 Bq/m³).

È giunto il momento di fare chiarezza su questo e tanti altri aspetti. Il Movimento 5 Stelle ha presentato una interrogazione per capire cosa è stato fatto per recepire la nuova direttiva europea che è più stringente e che pone nuovi limiti per la concentrazione di radon. Abbiamo sempre detto che avremmo appoggiato le idee condivise. Antonio Federico e Patrizia Manzo hanno sempre detto che avrebbero appoggiato le idee condivise e lo stanno dimostrando: ora, però, al voto espresso in Aula devono seguire atti concreti.

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