Quota sugli atti post sisma del Comune di Colletorto, Ciocca: modo “subdolo” di fare cassa

I diritti di segreteria a carico delle imprese per l’istruttoria degli atti inerenti la ricostruzione post sisma, istituti dal solo Comune di Colletorto nell’ambito di tutte le Amministrazioni molisane interessate dai lavori stessi, rappresentano un modo “subdolo” di fare cassa sulle aspettative delle imprese e dei cittadini.

Non posso che condividere pienamente le esternazioni dell’Acem, che denuncia pubblicamente quella che rappresenta una penalizzazione del tessuto produttivo della nostra regione, già alle prese con questioni tecniche e burocratiche che – nostro malgrado – rallentano i lavori della ricostruzione.

Stabilire di richiedere la somma di 300 euro ad ogni certificazione di Sal (stato avanzamento lavori), considerando che di regola si presentano almeno 5 documentazioni di tale tipo, significa procedere ad un “salasso” del tutto ingiustificato, che non trova alcun riscontro nella normativa di riferimento.
Ad oggi, in meno di sei mesi, nelle casse del Comune le aziende hanno versato oltre 11mila euro, corrispondenti a circa 38 Sal.

Concordo totalmente con il presidente Corrado Di Niro quando parla di un “provvedimento al limite della decenza istituzionale e amministrativa”, e sono con lui e con le aziende edili impegnate nella ricostruzione post sisma nel chiedere al sindaco De Simone l’immediato annullamento del provvedimento che istituisce questo “balzello”, la cui utilità mi sfugge; parimenti, ritengo auspicabile che siano trovate soluzioni diverse, di concerto con l’Ufficio tecnico del Comune e anche rispettose delle professionalità presenti, senza gravare sulle già tartassate aziende.

Siamo impegnati nel risolvere le criticità legate alla eccessiva burocratizzazione della ricostruzione post sisma, che generano a loro volta problematiche vere nelle imprese e fra i lavoratori: provvedimenti simili, che istituiscono ulteriori tasse, sono francamente incomprensibili e irragionevoli.

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