Secondo un recente studio della Banca d’Italia («An assessment of occupational exposure to artificial intelligence in Italy», ottobre 2024) «circa 15 milioni su 22 milioni di lavoratori sono mediamente o altamente esposti ai cambiamenti dell’Ai con poco meno di 9 milioni che ricadono nel gruppo degli altamente esposti».
La rivoluzione legata alla Intelligenza artificiale sarà di tipo trasformativo, capace cioè di cambiare il modo di lavorare e produrre
Si continua a fare un errore di valutazione sull’intelligenza artificiale, la si considera come una tecnologia sostitutiva o un’evoluzione di quelle esistenti e con effetti assimilabili, ma non è così, è una tecnologia trasformativa, che modifica i business e il modo di produrre, in maniera diversa persino da come è successo con i robot, per questo avrà conseguenze diverse anche sui lavoratori e sul mondo del lavoro.
Non si tratta solo di una questione di numeri, a differenza delle altre ondate, o rivoluzioni tecnologiche, a essere coinvolte dall’Ai sono diverse categorie di lavoratori, ed inciderà anche con il grado di scolarizzazione.
Le trasformazioni precedenti avevano interessato soprattutto lavoratori non altamente qualificati, in questo caso i rischi sono maggiori per chi ha un livello di scolarizzazione medio o alto, inclusi i laureati, con pericoli crescenti per chi fa lavori dove è richiesta una alta specializzazione, ma sono standardizzati.
Nella precedente rivoluzione tecnologica erano interessati i posti di lavoro nell’industria manifatturiero e in industrie specifiche (come l’automotive), questa volta il raggio di azione si è allargato ai servizi e a tutte quelle occupazioni legate alla percezione, alla creazione dei contenuti, di interazioni sociali.
Dovremmo iniziare a ripensare a come è organizzata la scuola e persino l’università, ma non basta, se i numeri sono quelli, ci dovremo occupare dei molti che dovranno cambiare lavoro, che andranno riqualificati.
Essendo un Paese che spende già 164 miliardi in assistenza, aspettiamoci il solito coro sulle risorse che non ci sono, nessuna parola sulla sostanza del cambiamento.
Alfredo Magnifico