Piano sociale regionale: si va avanti con la concertazione, un percorso di partecipazione allargata con le parti sociali, i soggetti del Terzo settore, i referenti degli organi periferici dello Stato, che troverà la naturale conclusione con il passaggio in Consiglio regionale. L’obiettivo è creare le condizioni perché il documento, rispetto alla stesura iniziale, possa essere implementato e migliorato.
Dopo l’incontro del 27 agosto scorso con i presidenti dei Comitati dei Sindaci, i rappresentanti degli Ambiti territoriali sociali, della Regione, dell’Asrem e dell’Anci, è stata la volta, questo pomeriggio, dei rappresentanti delle associazioni di volontariato e di promozione sociale, che hanno incontrato il presidente della Regione Molise, Donato Toma, e l’assessore regionale alle Politiche sociali, Luigi Mazzuto, nella Sala Parlamentino di Palazzo Vitale.
«Sono loro – afferma il presidente Toma – il vero motore del welfare sul territorio, uomini e donne che dedicano la vita a favore dei soggetti più deboli della società. E sono loro che, attraverso il lavoro che svolgono quotidianamente e il costante monitoraggio delle situazioni e della problematiche, possono dare utili suggerimenti per un’azione normativa migliore e più efficace. Siamo partiti dalla “fotografia sociale” del Molise. Dal confronto di oggi, sono venuti fuori ulteriori spunti arricchenti, che dovranno essere tenuti in debita considerazione se vogliamo avere un quadro più completo del welfare molisano».
L’assessore Mazzuto, da parte sua, ribadisce quelli che sono i punti di forza della proposta di Piano.
«Innanzitutto – spiega – l’entità del finanziamento, che è davvero ragguardevole: ben 41 milioni e 400 mila euro nell’arco di un triennio. Poi, la considerazione che non si tratta di interventi sporadici, in quanto le misure messe in campo sono sistemiche».
Il governatore chiarisce come la pianificazione sociale sia stata indirizzata su alcune aree d’intervento ritenute prioritarie.
«Si tratta – dice – di un percorso che va dal miglioramento del primo livello delle prestazioni sociali, dalla problematica inerente la responsabilità familiare e la tutela dei minori, ad una maggiore attenzione verso il sostegno a domicilio e i livelli di autonomia delle persone anziane e disabili, per finire alle azioni di contrasto alla povertà e ai progetti di inclusione sociale».
«Infine – chiosa Toma – abbiamo insistito molto sull’integrazione sanitaria, per quanto riguarda alcune tipologie meritevoli di particolare attenzione, vale a dire anziani, disabili, dipendenze».