La Regione Molise – su richiesta dell’ASREM – con ordinanza n. 27/2020 ha sostanzialmente prorogato la sospensione delle attività sanitarie, comprese quelle ambulatoriali, eccetto le prestazioni sanitarie urgenti. Dobbiamo rilevare che tale provvedimento viaggia in direzione opposta a quelli adottati dalle regioni limitrofe che già da tempo hanno “liberalizzato” le attività sanitarie.
Ad esempio, nella vicina Campania tutto il settore pubblico e privato si è riorganizzato per effettuare attività assistenziali ed ambulatoriale nel rispetto delle norme di sicurezza ( misurazione temperatura corporea, pre-triage, etc) Gli operatori privati sono fermi da due mesi con evidenti danni per le singole aziende che comunque hanno pur sempre costi fissi, hanno un elevato costo del personale, costi per le manutenzioni di tutte le apparecchiature unitamente a tutti gli altri costi di gestione che non sono venuti meno nel periodo pandemico.
Comportamento quello dei vertici dell’ASREM incomprensibile anche alla luce del fatto che la curva epidemica tutto sommato è stabile e, pertanto, non giustifica un tale blocco in controtendenza rispetto al Paese. Anche in Molise i cittadini hanno il diritto di curarsi! Non dimentichiamo che la popolazione molisana ha un’alta percentuale di anziani con patologie croniche bisognevoli di assistenza ospedaliera. Così facendo a tutti questi cittadini viene negata l’assistenza in Molise. Peraltro, considerato che l’ordinanza è stata pubblicata ieri sera a notte fonda, tutte le aziende sanitarie si erano riorganizzate per la ripartenza graduale attraverso la presa in servizio del personale.
Poi, lo stravolgimento totale! Di contro proprio oggi sul corriere della sera viene riportato un folder che testimonia il significativo contributo che è stato dato dalle strutture accreditate nella lotta al Covid-19 quale manifestazione del grande senso di solidarietà che da sempre contraddistingue la sanità accreditata.