Lavoratori della Protezione Civile: in consiglio regionale, nella giornata di ieri, è stata presentata la proposta di ordine del giorno a firma di tutti i consiglieri regionali (prima firmataria Angiolina Fusco Perrella) con la quale gli stessi impegnano il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura a “trovare la soluzione idonea con il coinvolgimento della delegazione governativa e della deputazione parlamentare molisana per ottenere dal Governo la deroga, tra l’altro richiesta, della previsione per le azioni di sistema del 4% dei fondi Cipe anziché del 2%; e una volta accertata la disponibilità finanziaria sul capitolo 2130 del bilancio dell’agenzia regionale della Protezione Civile, la possibilità di prorogare i contratti a seconda dei singoli profili professionali e delle scadenze e reperire ulteriori risorse a livello nazionale per garantire la prosecuzione delle attività finalizzate alla ricostruzione e al mantenimento in servizio dei lavoratori”.
“Premesso che – si legge nella nota – con Legge Regionale 17 febbraio 2000 n. 10 si è provveduto alla disciplina del sistema regionale di protezione civile (con Legge Regionale 30 aprile 2012 n. 12 è stata istituita l’Agenzia regionale di Protezione Civile, quale ente strumentale della Regione Molise, dotato di personalità giuridica di diritto pubblico con autonomia patrimoniale, contabile ed organizzativa; con Determinazione del Direttore Generale dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile n. 13 del 12 giugno 2012 sono stati approvati i bandi di selezione pubblica per la copertura di 218 profili professionali totali, dando atto alle iniziative occupazionali di cui all’art. 7, comma 3, della L.R. n. 12/2012) e che con Determinazione del Direttore Generale dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile n. 417 del 5 ottobre 2012 sono stati approvati gli elenchi degli ammessi alle prove di esame, relativi ai Bandi di selezione pubblica per la copertura di n. 218 posti presso l’Agenzia Regionale di Protezione Civile e soprattutto- continua la nota – considerato che il 2 gennaio 2014 quindici dipendenti, assunti a contratto determinato con l’incarico dell’attività di ricostruzione degli immobili danneggiati dal sisma del 2002, hanno ricevuto la comunicazione di non rinnovo dei contratti; alla data del 15 gennaio 2014 scadrà il contratto per 50 tecnici, mentre a quella del 31 gennaio prossimo cesserà il rapporto di lavoro ad ulteriori 145 dipendenti, tecnici ed amministrativi, vorremmo garantire il mantenimento in servizio dei lavoratori.
Con Delibera Cipe n. 62/2011 – aggiungono i consiglieri – sono stati destinati 346 milioni di euro per la messa in opera di interventi strutturali, a patto che le spese vengano realizzate e rendicontate entro la data del 31 dicembre 2018; occorre dunque verificare se le risorse per il personale, come stanziato dalla suddetta delibera Cipe, sono sufficienti a prorogare i contratti.
Un altro aspetto da non sottovalutare al momento dell’approvazione dei bandi di selezione pubblica- aggiungono i consiglieri – riguarda il seguire come criterio quello della sottoscrizione di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato non superiori ai dodici mesi, prorogabili in maniera automatica per un massimo di altre due annualità, in seguito all’accertamento della disponibilità finanziaria successiva; da tenere in conto ci sono anche le preoccupazioni dei sindaci del cratere, riunitisi a San Giuliano di Puglia, che hanno evidenziato che la mancata proroga dei contratti comporterebbe la paralisi dell’attività amministrativa con conseguenti ripercussioni sul tessuto economico e sociale per le imprese e le famiglie che continuano a vivere ancora in situazioni di disagio fuori dalle proprie abitazioni; inoltre – continuano – l’Associazione Costruttori Edili e Complementari del Molise, in rappresentanza di un settore profondamente legato ai lavori post sisma, ha chiesto con urgenza un incontro alla Presidenza del Consiglio dei Ministri perché, con nota del Presidente Corrado di Niro, “i 92 milioni oggetto dell’A.P.Q. firmato il 9 ottobre ed i successivi 38 milioni che hanno formato oggetto di altro A.P.Q., senza la deroga al patto di stabilità non potranno mai essere spesi se non in piccola parte, con gravissimo danno per le aziende che hanno lavorato e rischiano di non essere pagate.
Per questo – concludono i consiglieri – chiediamo che al più presto vengano adottate soluzioni idonee per salvaguardare i lavoratori”.