“L’Agenzia regionale di protezione civile andrà rivista in funzione di una netta chiarificazione delle competenze attribuite e della distribuzione dei ruoli”. Diretto e preciso, il governatore Paolo di Laura Frattura. A Palazzo Moffa una lucida e circostanziata operazione verità. Invocando a più riprese nel suo intervento in aula “senso di responsabilità, chiarezza e coraggio, l’unico approccio possibile per affrontare con serietà tutti i problemi che coinvolgono la nostra collettività”, il presidente della Regione, lontano da polemiche e recriminazioni, ha illustrato al Consiglio il percorso intrapreso per la possibile soluzione in cantiere a vantaggio del personale tecnico impegnato nei lavori della ricostruzione post sisma.“Con la delegazione parlamentare molisana in queste ore stiamo provando a ottenere a livello centrale la maggiorazione della quota percentuale destinata all’assistenza tecnica. Siamo convinti che insieme si possa ottenere questo riconoscimento”.
A fronte di questa prospettiva positiva, Frattura non ha glissato su tutti gli altri effetti possibili derivanti da un esito diverso. “In assenza di questa attesa condivisione a livello centrale – ha ammesso –, sarà impossibile individuare un’altra soluzione. Non è pensabile gravare ulteriormente sul bilancio regionale, già troppo in sofferenza per la mancata corrispondenza tra entrate e uscite che noi stiamo provando a riallineare”.Numeri e precisazioni, leggi e atti, Frattura ha riportato la vicenda nell’alveo della realtà rintracciabile nei fatti. “Al di là di quanto asserisce qualche disattento lettore delle norme di questa Regione – ha sottolineato –, ricordo che la legge regionale 12 del 2012 di istituzione dell’Arpc non aveva copertura finanziaria sebbene prevedesse il 4 percento di spese per l’assistenza tecnica. Soltanto con i primi apq siamo riusciti a vederci riconosciuto il 2 percento delle somme di ciascun apq da destinare all’assistenza tecnica. L’impegno assunto con la delegazione parlamentare ci impone comunque di precisare che, anche con l’incremento richiesto, dovremo avere l’onestà di affrontare il tema del coinvolgimento delle professionalità”.Così, tenendo ad esempio la prossima configurazione della pianta organica di tutta la Regione, che in attuazione del decreto legislativo n.101 sarà composta di complessive 580 unità lavorative, il presidente non ha omesso un passaggio pungente sull’attuale dotazione organica dell’Arcp: “270 unità lavorative, evidentemente un po’ troppe”.Nel ragionamento di Paolo Frattura, dunque “necessario riorganizzare i servizi dell’Agenzia di protezione civile, attribuendo in maniera certa le competenze e distribuendo in modo diverso rispetto al passato anche i relativi impegni di spesa”.“Non ho problemi a ricordare in quest’aula – la dura denuncia del governatore –, che con le risorse della ricostruzione forse si è fatto fronte a interventi che con la ricostruzione onestamente avevano poco o nulla a che vedere. Inaudite, inoltre, tante situazioni. Inaudita la mancanza di una centrale operativa propria, inaudito il ricorso alle agenzie interinali per il servizio di autisti. A tutte queste palesi incongruenze risponderemo con la chiarezza che dobbiamo non solo agli operatori, ma a tutti i cittadini molisani”.Da qui l’affondo sull’inadeguatezza sismica della struttura che ospita la Protezione civile a Campobasso. “Ho avuto modo di partecipare ai lavori di pronti intervento durante le scosse sismiche registrate due settimane fa sul Matese in una struttura che non ha nulla di antisismico e che invece dovrebbe essere il luogo più sicuro per garantire risposte ai nostri cittadini. Ecco – l’accusa del presidente al passato –, la lungimiranza con la quale è stata affrontato il tema della Protezione civile in questa regione”.“Mi rimproverano una certa disattenzione al problema degli operatori tecnici legati alla ricostruzione. Non è così: seguiamo quotidianamente la vicenda con il consigliere delegato Salvatore Ciocca. Di ricostruzione, di percentuali di aiuti, – ha precisato Paolo Frattura –, se n’è parlato di nuovo in Conferenza delle Regioni. Non nascondo qui – il rammarico del presidente –, lo sconcerto che il Molise continua suscitare nel momento in cui a distanza di 12 anni siamo ancora a parlare di ricostruzione ferma al 35 o 40 percento, quando invece in questi anni avremmo dovuto ridare, e non lo dico per retorica o polemica, certezza a chi l’abitazione l’ha persa. Il nostro impegno c’è e sarà continuo e costante affinché alle nostre dichiarazioni corrispondano sempre contezza e continuità”, la seria assunzione di responsabilità del governatore Frattura.