Un po’ in tutta Italia, dalla mezzanotte, si sono attivati i presidi dei manifestanti su raccordi stradali, autostrade e statali, uniti dallo slogan “Facciamo un presidio fino a quando servirà. Il 9 dicembre l’Italia si ferma: lo dobbiamo ai nostri figli”
I gruppi nascono spontaneamente in luoghi precisi e si alimentano man mano che transitando, un autotrasportatore decide di aderire e fermarsi anch’egli lasciando il proprio tir sulla carreggiata.
Molti immaginavano si trattasse di un qualcosa di passeggero e di basso tono.
Questo perché l’italiano, notoriamente smemorato, ha già dimenticato cosa ti combinarono i forconi due anni, bloccando approvvigionamento di vari beni e prodotti per una settimana.
L’evenienza potrebbe ripetersi anche stavolta. A Roma e Torino ad esempio il traffico è in tilt e l’ingresso in diverse città è praticamente compromesso e molti commercianti hanno deciso di tenere chiusi i loro negozi, soprattutto nei pressi delle sedi Istituzionali. Nelle altre grandi città invece e sugli snodi principali della Rete autostradale non si segnalano particolari disagi, fino a questo momento ma la situazione potrebbe cambiare da un momento all’altro, in peggio.
A detta dei manifestanti, comunque, nel rispetto della civiltà e della non violenze si proseguirà fino ad oltranza, con l’obiettivo di cacciare i politici dal palazzo, facendo in modo che non sia rinnovata la fiducia al Governo.
In Molise in queste ore, la situazione sembra essere tranquilla e si registra soltanto un presidio all’altezza del casello dell’A14 di Termoli, ove da ieri ininterrottamente staziona un gruppo di presidianti che ha raggiunto anche un buon numero complessivo in alcune fasi della nottata.
Scendono a manifestare autotrasportatori, commercianti, agricoltori, artigiani, ma anche famiglie che combattono per la legalizzazione del metodo stamina.
Una protesta dunque variopinta e che racchiude, senza nessuna paternità politica o sindacale, categorie differenti, ma tutte accomunate da serie difficoltà economiche e e sociali.
Il Governo, memore di quanto accadde nel gennaio del 2012, non ha nascosto la sua intenzione di utilizzare la linea dura nei confronti di chi, senza autorizzazione, arrecherà disagi alla popolazione ed il Garante per gli scioperi non autorizzati minaccia sanzioni.
Per adesso dal Movimento dei Forconi fanno sapere che si proseguirà sulla linea dei presidi, fino al prossimo 13 dicembre, ma senza blocchi al traffico.
Qualora però alla prossima seduta il Parlamento confermerà la fiducia al Governo, i leader dei Forconi confermano che sono pronti ad invadere pacificamente Roma.
Fa poi notizia l’endorsement che il neo-segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, ha fatto a favore dei manifestanti: “Se devo scegliere se stare con chi blocca le strade o con chi blocca il lavoro scelgo chi lotta per il lavoro perché è peggio chi blocca il lavoro piuttosto di chi blocca le strade per protesta perché non ce la fa più”.