Una miriade di sigle con prefissi telefonici diversi si affastellano a sinistra del PD impegnate a scindere l’atomo, innalzare la bandiera dell’ortodossia e contrapporsi in un gioco al massacro degno del peggior Tafazzi. Il crollo del comunismo ha anticipato la crisi delle socialdemocrazie lasciando il passo ad un capitalismo senza scrupoli che imperversa in lungo e largo in modo spietato. Le oligarchie finanziarie che governano il mondo conoscono solo la legge del profitto, ignorano i richiami etici della Chiesa Cattolica e non soffrono il solletico di qualche timida misura adottata dalle Nazioni Unite, dall’Unione Europea e dai vertici del G.7, G.8 o G.20. Per far circolare esentasse la ricchezza cumulata ci sono i paradisi fiscali, nessuna regola sul lavoro può impedire di de-localizzare le fabbriche nei paesi meno tutelati, le materie prime sono strettamente controllate da un ristretto nucleo di multinazionali ed i diritti umani rappresentano la variabile indipendente del Terzo Millennio. Nel 1905 dopo mezzo secolo di lotte il movimento operaio si divise in due tronconi per perseguire le conquiste sociali elementari. Un nucleo seguì l’ideale rivoluzionario per instaurare la dittatura del proletariato e liberare dal bisogno le masse popolari. Nel mentre i socialisti riformisti individuarono nello Stato liberale la controparte con cui definire un compromesso sociale tra profitti delle imprese, ricchezza prodotta e diritti sociali elementari. I primi dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 hanno sperimentato l’economia pianificata e portato in 40 anni la Russia dai Servi della Gleba alle navicelle spaziali, ma non sono riusciti a risolvere il conflitto tra libertà dai bisogni e libertà politiche implodendo su sé stessi. I secondi hanno strappato conquiste straordinarie in materia di istruzione, lavoro, cure sanitarie e diritti democratici, ma caduto lo spauracchio del comunismo si sono ritrovati con un avversario di classe che non aveva più interesse a rispettare alcun compromesso sociale. Ad oggi, la sinistra è priva di una proposta politica che su scala globale sia in grado di impensierire il capitalismo. Oscilla tra programmi rubati alle destre e proclami di difficile realizzazione. La percezione di queste difficoltà sono talmente evidenti che gli operai americani si sono affidati a Trump, e le periferie europee sostengono le destre eversive che innalzano le bandiere del protezionismo, delle barriere commerciali e dei muri come strumenti di difesa del benessere raggiunto. Lo scontro post-ideologico tra sistema e anti-sistema schiaccia le forze politiche tra allineamento al capitalismo o eversione illusoria. Pertanto la sinistra o ha assunto le sembianze ultramoderate della Clinton perdendo rovinosamente, o si è nascosta sotto le gonne della Merkel per temperare qualche provvedimento. In Francia è crollata, in Spagna si è divisa e in Italia ha mutato i propri tratti per sopravvivere. Infatti il Partito della Nazione è il progetto politico neocentrista del PD che prepara con una pessima legge elettorale la grande coalizione con Forza Italia. Come riaggregare i cittadini che non si riconoscono in questo percorso e intendono adoperarsi per rilanciare la sinistra ? Non esistono ricette precostituite. Occorre umiltà, capacità d’ascolto, e riconoscere gli errori commessi da un ceto politico che ha smarrito i legami con le periferie. Non esistono alternative al progetto di riaggregazione unitaria della sinistra italiana ma per costruire un nuovo partito rappresentativo, forte e organizzato, servirà dedizione, tempo, sacrifici e passione.
Michele Petraroia